Sarà solo il tempo a stabilire che cosa cambierà nella nuova Sanità dell’Alto Vicentino, l’unica certezza è che i cambiamenti saranno molti e bisogna essere pronti e predisposti ad accettarli e che le zone dell’ex Nordera e del Serd saranno riqualificate per diventare appetibili nel mercato.
E’ quanto emerso ieri sera al Fonato di Thiene, dove il sindaco Giovanni Battista Casarotto, il dg della Ulss 7 Pedemontana Giorgio Roberti e Robertino Cappozzo, presidente del Comitato dei Sindaci del Distretto 2 della Ulss 7, hanno affrontato in pubblico il tema dei cambiamenti dovuti alla riforma sanitaria e alla nuova Ulss.
Tanti cambiamenti, forse non sufficienti risposte per fugare una volta per tutti i dubbi che assillano i cittadini su quello che sta succedendo. Perché se è chiaro che il taglio delle Ulss da 21 a 9 è dovuto a motivi economici e i bilanci in rosso della Sanità sono confermati da tempo, la preoccupazione di vedere ‘sfumare’ i servizi per far quadrare i conti sono legittime.
Non sarà così secondo Giorgio Roberti, che pur confermando che “ci saranno molti e inevitabili modifiche” ha detto: “I servizi dovranno essere ridefiniti, non si può pensare che rimangano sempre uguali. Ma alla lunga quello che potrebbe sembrare un’innovazione che fa paura, potrebbe rivelarsi la migliore soluzione”. Come nel caso di Motta di Livenza, quando l’ospedale riabilitativo era stato guardato con terrore e ora rappresenta un’eccellenza nel territorio.
Impossibile quindi ottenere quanto chiesto esplicitamente da Cappozzo, che auspicando che “il cittadino non si renda conto del cambiamento”, ha dovuto prendere atto pubblicamente che non sarà così. Nessuna risposta neanche sulla futura sede amministrativa della Ulss 7, che voci insistenti danno già per assodata a Bassano, nonostante le pressioni di Casarotto che ha ‘offerto’ l’ex ospedale di Thiene: “La ex Ulss 4 ha speso tanto negli ultimi anni per trasferire all’ex Boldrini la sede amministrativa. Per questo Thiene credo possa avere i numeri per candidarsi ad ospitare la futura sede amministrativa dell’Ulss 7 Pedemontana”.
Sicuro è che le 9 Ulss sono appena nate e già mancano di polso di fronte al peso della regione, che grazie alla creazione dell’Azienda 0, assorbirà le funzioni tecnico amministrative delle ex 21 aziende sanitarie locali e gestirà direttamente assunzioni, acquisti, selezioni, concorsi, assicurazioni e quant’altro.
“La nostra Ulss esiste perché esiste l’ospedale di Santorso – ha sottolineato Cappozzo spiegando l’evoluzione che ha portato alla nascita della Ulss 7 – La regione sta scommettendo sulla Ulss Pedemontana, che non è un’incorporazione, ma un’azienda sanitaria nuova a tutti gli effetti”.
Le soluzioni arriveranno, secondo il dg, anche se ci vorranno tempi lunghi e una buona dose di positività: “Davanti ad un cambiamento si può scegliere di essere attivi e partecipare o passivi e subire – ha commentato Roberti – Io mi aspetto atteggiamenti positivi”.
A battere i pugni sul tavolo per difendere la ‘sua’ Ulss è stato il sindaco di Thiene, che pur mantenendo i nervi saldi, non le ha mandate a dire: “I riconoscimenti che sono pervenuti all’ex Ulss 4 sono il frutto di un impegno e di un lavoro che trae origine da lontano e che ora diventa eredità irrinunciabile e percorso tracciato anche per l’oggi e il futuro su cui intendiamo fermamente camminare. La Sanità dell’Alto Vicentino e l’ospedale di Santorso devono rimanere ai livelli di prestazione e servizi di qualità che il nostro territorio merita e che i processi di innovazione, sviluppati sia nell’ambito della medicina territoriale che in quello dei servizi sociali, continuino a rappresentare una specificità e un livello di eccellenza che la nostra comunità ha contribuito a determinare nel corso degli anni”.
A rassicurare sulla tenuta nel territorio dei servizi sociali, ci ha pensato Roberti: “Per il momento non ci saranno cambiamenti e i servizi sociali non andranno a ‘livellarsi’ passando sotto Bassano – ha spiegato il dg – Rimane un disequilibrio, a vantaggio di Santorso, dove i sindaci hanno applicato politiche diverse dal resto del territorio”.
La nuova Sanità dovrà, in sintesi, far fronte ad un nuovo stile di vita (e di morte), che hanno ripercussioni dirette i campo economico sulle aziende sanitarie locali.
La Ulss 7 Pedemontana copre un territorio che conta 370mila abitanti, con 60 comuni ed una vasta area montana. Sono 3 gli ospedali: Santorso, Bassano ed Asiago e tutti contano una mobilità passiva (la fuga dei pazienti verso altre Ulss) che costa alle casse locali 38milioni di euro, con tendenza all’aumento. Naturale quindi l’obiettivo di ‘tenere in casa’ i pazienti garantendo servizi di qualità.
“La popolazione invecchia e le malattie croniche assorbono la maggior parte delle spese sanitarie – ha sottolineato Giorgio Roberti – Se ora il 22% dei cittadini superano i 65 anni di età, nei prossimi 20 anni gli ‘over 65’ saranno il 30%. Molti soffriranno di malattie croniche che, sostituendo quelle acute, renderanno necessaria la medicina territoriale. La spesa principale è fuori dall’ospedale – ha spiegato il dg – I reparti degli ospedali dovranno essere monitorati, perché se non raggiungono i volumi minimi di utilizzo, scatta il piano di rientro nei parametri standard o il piano di commissariamento”.
Come si rischia nel reparto dove si cura il tumore al seno, che a stento raggiunge i parametri minimi di sopravvivenza (150 interventi) sia a Santorso che a Bassano e rende ipotizzabile come unica soluzione la creazione di una unica équipe in un ospedale.
Cambiamenti e adattamenti quindi. Ma anche investimenti, come si conviene ad un’azienda che deve fare business e deve saper utilizzare il proprio patrimonio per ‘generare’ altro patrimonio. “C’è in programma la riqualificazione delle aree Serd (San Rocco) e ex Crr (Nordera) – ha concluso Roberti – Lo stesso lo si sta valutando per il territorio di Schio”.
Gli immobili potranno quindi tornare ad essere appetibili sul mercato, sia per una eventuale vendita che per un utilizzo a favore di alcune associazioni.
Anna Bianchini