Conosce bene la vicenda della famiglia marocchina, assegnataria di una casa popolare a Thiene, al civico 4 di via Delle Rose, ma che di fatto viveva all’estero tra il Belgio ed il Marocco. “Ogni anno trattiamo dai 40 ai 60 casi analoghi, in tutta la provincia”.

A dirlo è Ruggero Panozzo, direttore di Ater Vicenza, al quale abbiamo chiesto se accertamenti, come quello accaduto a Thiene e raccontato dal nostro giornale, siano all’ordine del giorno.

E di fatto lo sono perché Thiene coi suoi oltre 200 alloggi popolari che offre, 194 di proprietà Ater, spicca nelle graduatorie di assegnazione. Balza all’occhio il numero elevato di domande che arrivano per assicurarsi un affitto calmierato: insomma, c’è chi farebbe carte false per ottenere una casa popolare, come chi ha tentato di farle per mantenerlo, pur non abitandoci.

Nell’ultimo bando Ater, infatti, per gli alloggi popolari di Thiene c’è stato un vero e proprio boom di domande. Ben  174 quelle pervenute all’azienda vicentina: centinaia di richieste per ottenere una casa popolare a Thiene sebbene, mediamente ogni anno, a disposizione ce ne siano non più di dieci, rese libere per morte, trasferimento o decadenza dell’inquilino assegnatario. “Mediamente, ogni anno, su scala provinciale il ricambio incide del 5 per cento”.

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Controlli settimanali
Pur trovandosi in piena fase della riforma sugli alloggi popolari, con l’attesa dei decreti attuativi da parte della Regione, Panozzo assicura che da parte di Ater i controlli sulle case popolari non sono mai cessati.
Sembrerebbe, quindi, non ci sia scampo per i furbetti. “Ogni settimana i nostri responsabili di zona effettuano dei controlli – spiega Ruggero – Procedendo alla verifica dell’occupazione della casa. Un controllo che a volte può partire anche dalle segnalazione, ma che di base viene programmato, coordinandoci anche con gli amministratori di condominio”.

Da una segnalazione, difatti, sarebbe partita l’indagine su Thiene, che ha portato dopo due anni alla decadenza della famiglia marocchina.
Verificate che comunque vengono fatte sul posto, da parte degli incaricati Ater, non solo per stanare gli furbetti, ma per controllare come stanno quei loro inquilini più anziani. “Notando se le loro tapparelle e finestre rimangono insolitamente chiuse per troppo tempo”.
Ma svariati sono i segnali che fanno scattare i campanelli d’allarme negli uffici Ater, soprattutto in caso di ‘inquilini invisibili’ come accaduto a Thiene.
Dalla verifica delle varie utenze, ovvero dal consumo di luce e gas, desumono quando non sono presenti.
E se questa presenza di protrae per troppo tempo, scatta la segnalazione: “Avvisiamo quindi l’amministrazione comunale, in modo che mandi la polizia locale a fare gli accertamenti di rito”. Quello che insomma è accaduto a Thiene, ma che ha visto passare due anni prima di arrivare alla definitiva ‘cessazione’ del contratto. “Pur che la decisione spetti alla commissione alloggi, di norma non siamo persecutori con l’inquilino – spiega ancora Panozzo- Cerchiamo sempre di ottenere delle risposte alla sua assenza, prima di arrivare alla decisione finale. Avendo molti assegnatari di origine straniera, capita che questi si assentino per un lungo periodo per fare visita al paese d’origine: ma parliamo di 1 o 2 mesi che ci devono essere comunicati, sempre”.

E sull’assegnazione alle famiglie straniere, il direttore di Ater precisa che sono meno del 10 per cento “in tutta la provincia di Vicenza. Il 35 per cento delle domande sono presentate da famiglie straniere”. Ma è un dato che può trarre in inganno: quelli che nel lessico popolare vengono ancora definiti ‘stranieri’, nella stragrande maggioranza dei casi  hanno la cittadinanza italiana, cascando quindi nella restante percentuale.

Paola Viero

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