“I pfas nulla hanno a che vedere con l’acqua che esce dai rubinetti di Thiene”. Perché pesca da fonti di ottima qualità, quelle che si trovano sù in vallata, tra Posina ed Arsiero. La rassicurazione arriva in seno alla seconda commissione consiliare, aperta al pubblico e che ha visto arrivare in città anche il consiglio comunale di Villaverla. Su tutto, inoltre, il messaggio dato dai ‘tecnici’: “Da noi non c’è criticità Pfas”.

“Una seduta aperta ai due consigli comunali, Thiene e Villaverla, necessaria dopo la preoccupazione dei cittadini per le notizie apparse sulla stampa in merito ai Pfas- ha spiegato l’assessore comunale Andrea Zorzan – Il tutto sollecitato dalla minoranza, dopo dei rilievi delle sostanze perfluoroalchiliche che sarebbero stati riscontrati al depuratore di Thiene”. Una commissione aperta ai vicini di casa di Villaverla, dopo che in una roggia, che scorre nel loro territorio, erano stati rilevati 1400 ng/lt. Questo denunciò Davide Sandini, del movimento noPfas, nella serata thienese dello scorso 21 marzo. “In una roggia a sud di Thiene, a Villaverla, rilevati 1400 ng/lt di pfas, tramite due campionamenti. Una roggia che riceve l’acqua dal depuratore di Thiene”.

l’acqua di casa: “non ci sono pfas”
Dato confutato da Trolese di Viacqua, assieme a Paolo Bizzotto di Arpav, con quest’ultimo che ha posto l’accento “sulla paura e sul timore innescati nelle persone dalla stampa – ha continuato-Come se le istituzioni avessero abbandonato i cittadini. La gente ha avuto paura di bere l’acqua, dopo avere letto le notizie sui giornali, che potevano causare danni esistenziali nelle persone, toccando la loro sfera emotiva”.
Chiusa la sua parentesi terapeutica, Bizzotto ha comunque confermato che, tra il 2016 ed il 2017, sono stati fatti screening sul territorio, riportando risultati che “al di fuori della ‘zona rossa’ non c’è il problema dei Pfas”. La zona rossa, quell’area ad alto impatto Pfas che interessa la Miteni, azienda di Trissino, al centro del più importante sversamento, ed inquinamento, di falda.
Ciò che scorre sotto ai piedi dei thienesi, e dei vicini villaverlesi, nulla ha a che fare con l’acqua che esce dal rubinetto di casa. “Il limite regionale imposto, per l’uso potabile, è di 30 ng/lt – ancora Bizzotto -E nelle nostre acque non sono stati rilevati Pfas”.

depuratore di Thiene: “non ha limiti, ma nessuna criticità”
Lì dove si accettano i reflui, di case ed aziende, per essere trattati. “L’impianto di Thiene è uno dei 4 della territorio, oltre a quello di Schio, Isola Vicentina e Trissino – ha spiegato Fabio Trolese, dirigente ViAcqua, ente chiamata a gestire l’impianto- Un impianto ‘lungimirante’, che accetta gli scarichi di 127mila abitanti, che viene costantemente monitorato e che, ad oggi, non presenta evidenza di criticità Pfas”. Un impianto che a breve raccoglierà anche 6mln di euro, “un investimento che verrà fatto, per il trattamento dei reflui con la finalità di abbattere azoto e fosforo, presenti nei corsi d’acqua”, ha precisato Trolese.
Sempre sulle analisi che vengono effettuate al depuratore di Thiene, ha messo l’accento Paolo Coin, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss7: “Ci sono due tipi di controlli: interno ed esterno-ha spiegato-Dal 2014 la Regione ci fa fare controlli ogni sei mesi”. Insomma, tutto tranquillo a detta di chi deve adottare il principio della competenza. Da Arpav a Viacqua, dall’Ulss alla Provincia. Quattro voci in coro che a Thiene hanno ribadito che “al depuratore di Thiene non c’è criticità Pfas”. Ammettendo, poi, che ad oggi nell’impianto non vige comunque alcun limite in tal senso. “Ma facciamo comunque i controlli e sono al di sotto dei limiti regionali, quelli imposti per l’acqua ad uso potabile”. Paradossalmente, sempre a detta dei tecnici, l’acqua che il depuratore di Thiene scarica alla fine del processo, si potrebbe bere, se si parlasse sempre e solo di Pfas.

Richiama all’appello la responsabiltà Ruggero Gonzo, sindaco di Villaverla: “Abbiamo parecchi problemi, con richieste ad Arpav e ci siamo sempre sentiti dire che è tutto a posto. Ma la preoccupazione rimane, coi valori riscontrati nella nostra roggia. Se non abbiamo risposte certe, ora che abbiamo anche il caso pfas, dobbiamo darle”. Non solo le sostanze perfluoalchiliche per il suo territorio, ma anche il caso Safond Martini ed i rifiuti tossici, finiti in un’indagine delle fiamme gialle, col rischio di una grave contaminazione ambientale.

Regione impone limiti-pfas a Tintess
Tra le 87 aziende che scaricano al depuratore di Thiene anche Tintess. L’azienda di via dell’Industria che, lo scorso 8 aprile, si è vista applicare dalla Regione Veneto dei limiti di scarico Pfas: 60ng/l per i Pfos e 500 per i Pfoa, con la prescrizione di eseguire dei costanti monitoraggi, in collaborazione con ViAcqua, a spese sempre di Tintess. “Sono stati fatti dei prelievi anche nei giorni scorsi – ha continuato Trolese – Si sono registrati valori inferiori ai limiti dati dalla Regione”.
Questi i dati riportati, sempre dal dirigente di Viacqua, in merito agli ultimi monitoraggi fatti in Tintess. “Per i Pfos siamo al di sotto di 5 ng/lt e 27 per Pfoa”. L’unico campanello d’allarme che si sarebbe verificato nello stabilimento di via dell’Industria, nell’inizio del 2017. “Vennero rilevati 560 ng/lt della sommatoria di tutti i pfas”.
“87 aziende autorizzate a scaricare al depuratore di Thiene che non è fatto per smaltire queste sostanze, i pfas Coi fanghi che verranno poi trasformati in composter, portato nei campi e quindi rientranno nuovamente in circolo nell’ambiente – ha replicato ancora Tognato- Il depuratore, quando piove, non lavora a regime ed entra in funzione lo scolmatore, che sversa nei campi thienesi tutto quanto entra nell’impianto, pfas compresi”. Una situazione che, a detta di Viacqua non esiste perché “a Thiene l’impianto funziona anche quando piove”.

Un quadro generale che, tra chi siede all’opposizione a Thiene, porta serenità al consigliere comunale Attilio Schneck: “Sapere che dalle fonti che portano l’acqua al rubinetto  non ci sono pfas, mi sento tranquillo- ha dichiarato- E altrettanto tranquillamente mi sento nelle mani di chi ci amministra”. Pollice sù anche per il collega di Villaverla Andrea Vezzaro: “Bene per i dati che ci sono stati forniti, specie per l’acquedotto, oltre ai valori al di sotto del limite regionale trovati al depuratore – ha continuato – Per quanto riguarda Tintess, ora che dalla Regione sono stati imposti dei limiti pfas, continuino i monitoraggi. Manca una legislazione nazionale, però, quindi il lavoro di tutti deve continuare”.
Hanno voluto saperne di più, invece, Abramo Tognato e Christian Azzolin. Per i due consiglieri comunali di minoranza di Thiene il tema pfas continua. Col grillino AbramoTognato che ha riporta il focus sui  Pfos, le sostanze perfluoalchiliche ad 8 atomi di carbonio e tra le più pericolose,  “che non sono ancora bandite – come risposto dall’ulss -il ministero della salute, su sollecito della Regione Veneto, ha chiesto una restrizione per arrivare alla ‘morte’ della sostanza. Il dossier è ancora in fase di esame”.

limiti superati negli anni
Sugli scarichi di Tintess, lo sversamento pfas ci sarebbe, con valori “esagerati. Quanti referti da Tintess dal 2014 al 2019?”. Questa la domanda di Tognato, alla quale Viacqua dice di non avere dati, o che meglio che non si ricorda. Valori che nel corso della seduta ha ripreso, e riportato, il consigliere stesso per i pfba e pfos: “nel marzo 2017 pfba 10124 ng/lt e pfos 145, aprile 2017 pfba 22800 e pfos 520, maggio 2017 pfba 3100 pfos  1550, giugno 2017 pfba 1580 pfos 156. “valori esagerati non comunicati, dal 2016 al Comune ed al sindaco, quale responsabile della salute dei cittadini. Perchè non avete controllato la Tintess, azienda che è autorizzata a scaricare nella pubblica fognatura?”.  “Sul tipo di controlli fatti in quegli anni, in particolare su Tintess e rispetto alle autorizzazioni, fino a pochi giorni fa i limiti non c’erano – ha replicato Viacqua- I dati citati dal consigliere Abramo ci sono, ma non costituiscono una violazione. Siamo disponibili a fare analisi specifiche. Questo non significa che va tutto bene”. Anche il sindaco Casarotto ha replictao sull’intervento di Tognato, ribadendo che la “Regione ha stabilito la fissazione dei limiti allo scarico di Tintess col decreto del 9 aprile scorso”.

Per Azzolin resta ancora il depuratore argomento da sviscerare, non tanto per l’acqua che ne esce ‘e senza criticità pfas’ come più volte ribadito nel corso della serata da Bizzotto. Per il consigliere di Liberi a Destra Thiene, invece, capire che fine facciano i fanghi dell’impianto, una volta finito il processo di depurazione. “Sul sito preciso, finisce in Lombardia, a volte in Emilia, nessuno in Veneto”, la risposta di Arpav “per quanto riguarda le falde, queste non hanno confini, quindi dobbiamo sapere che la parola chiave è interconnessione: fare in modo che le reto di acquedotti abbiamo più fonti.Portando acqua nelle zone contaminate, come accaduto con Miteni. A Thiene un tempo c’erano i pozzi, ora l’adduzione dell’acqua arriva da altri fonti”.
Sulla mozione ‘zeropfas’, presentata dai consiglieri Tognato, Azzolin, Furia e Pasqualotto, non si è dato corso alla votazione. Verrà rivista e ripresentata, alla luce dell’audizione dei tecnici degli enti alla seconda commissione.

discarica, miniera pfas
Quello che ne esce dalla commissione consiliare, quindi è riassumibile in: al depuratore non sono imposti limiti pfas, ma nemmeno ce ne sarebbero. Dai rubinetti l’acqua che esce è ‘sana’, non pesca nemmeno dai pozzi della città, ma da Posina e Arsiero e di pfas non ci sarebbe traccia. Per Tintess arriva il paletto regionale. Dove sono allora i pfas? “Le vere miniere sono le discariche-ha dichiarato Bizzotto di Arpav- Lì le alte concentrazioni di pfas, dovute al percolato”. E la conferma di questo, era già arrivato settimane fa dalla vicina Marano Vicentino che, con Thiene, condivide la discarica Vianelle: Pfas di 3.270 ng/lt a marzo 2018, in una prima rilevazione, e 1.879 ng/lt in una seconda, nel luglio 2018 e i Pfas rilevati erano per il 99% Pfba (Perfluoro-n-butanoic acid), mentre la somma di Pfoa e Pfos in questo pozzo si attestava a 8 ng/lt. Dati che hanno portato ad avviare, ai primi di aprile, il monitoraggio.

Paola Viero

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