La vicenda ha spaccato in due l’opinione pubblica e stamattina, la storia dell’insegnante che fumava canapa legalmente acquistata, seduta al bar della galleria Garibaldi è stata riportata anche  dal Corriere della Sera, pagine regionali. Tutti si sono divisi tra accusatori della docente che qualcuno ha criticato duramente perchè fumava erba in pubblico e chi la difende, dichiarando che ognuno nella propria vita privata può fare quello che vuole, persino consumare marijuana.

Era presente a tutta la scena, che ha fatto venire poi la voglia ad una testimone di denunciare il fatto sul nostro giornale: “Non erano dei ragazzini, ma suoi ex allievi di circa 26 anni, – spiega Antonio del Tris Bar in galleria Garibaldi – non erano dei minorenni. Loro non fumavano. Li conosco e sono ragazzi educatissimi. Inoltre, si è parlato di un odore che avrebbe attirato i vigili della Polizia Locale. Assolutamente no. Non lo avevamo percepito né io, né il cameriere che prestava servizio con me quel giorno – continua il barista’.

La Polizia Locale Nevi, tuttavia, ha spiegato che i vigili che stavano pattugliando la zona si sarebbero avvicinati alla donna sui 50 anni perchè attirati ‘da un forte odore, che li avrebbe indotti ad intervenire’.

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E sul  ‘sacchetto sul tavolo con altra erba essiccata’:  “Era la busta del tabacco tranciato dai ragazzi, i miei clienti. Li conosco ormai e, anziché comperarsi le sigarette in pacchetto, se le fanno da soli”.

Anche in questo caso, la Polizia Locale ha confermato la testimone,  che il sacchetto in questione conteneva marijuana, che è stata sequestrata e inviata alla Prefettura, che valuterà.

“Mi sono accorto del vigile che si è avvicinato alla cliente – continua Antonio – La donna, quando si è sentita chiedere dall’agente cosa stesse fumando, ha posato la ‘sigaretta’ sul posacenere e dalla sua borsa ha prelevato la confezione di cannabis legale’.

Una ‘canna legale’, quindi, fumata in pubblico che è costata alla cinquantenne docente la segnalazione in prefettura quale assuntrice di stupefacente. “ Ricordo ancora lo stupore nel suo viso – racconta Antonio – mentre spiegava che, col fatto che l’avesse acquistato in un negozio autorizzato, credeva di potere fumare tranquillamente la sigaretta dal basso contenuto di thc”.

“Se questa professoressa ha sbagliato, penso che lo abbia fatto in buona fede – conclude – chi ha denunciato quella ‘canna legale’ , non doveva accostare l’erba alla sua professione’.

Il Comandante della Polizia Locale Giovanni Scarpellini, nonostante il clamore mediatico della vicenda, ha preferito non rilasciare dichiarazioni sulla storia, che ora è al vaglio della Prefettura, che ha in mano il sacchetto dell’erba sequestrata e che ha ricevuto la segnalazione della donna in qualità di assuntrice.

Cosa recita la legge

La legge dice che puoi acquistare marijuana legalmente, se il contenuto è di basso principio attivo, ma vieta di bruciarla in luogo pubblico.  Questo è raccomandato anche nelle indicazioni dei sacchetti con cui viene commercializzata, ma a quanto pare l’insegnante non lo sapeva. La legge non ammette ignoranza. Da qui l’intervento del vigile che, attirato dall’odore della canapa bruciata, è intervenuto come prevede la normativa. Se non l’avesse fatto avrebbe rischiato l’accusa per omissione in atti d’ufficio, rischiando una condanna da 6 mesi a 2 anni di reclusione.

P.V.

 

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