Perché dico sì alla pista da Bob a Cortina? Perché quando ci candidammo per ospitare le Olimpiadi invernali del 2026 sapevamo che dovevamo predisporre impianti adeguati alla più importante manifestazione sportiva mondiale. Quando si decise cosa ospitare a Cortina si indicarono lo Sci alpino, il Bob, lo Skeleton, lo Slittino e il Curling. Fu una scelta ponderata e si sapeva dall’inizio che Cortina aveva bisogno di un impianto adeguato: il Cortina sliding Centre. Abbiamo preso un preciso impegno con il Comitato Olimpico internazionale e l’intera comunità sportiva e “Pacta sunt servanda”: gli impegni presi vanno sempre mantenuti” Con queste parole il presidente del Consiglio regionale del veneto prende posizione con una lunga nota nella querelle sull’impianto previsto per le Olimpiadi invernali a Cortina d’Ampezzo. “Hannah Arendt spiegava che ‘Il rimedio all’imprevedibilità, alla caotica incertezza del futuro, è la facoltà di fare e mantenere le promesse’. Noi possiamo non mantenere la parola data”? Chiede Ciambetti che prosegue: “L’inaffidabilità è costante in un Paese dove predomina la sindrome del Nimby, Not in My Back Yard (non nel mio cortile) cioè la resistenza e protesta contro opere di interesse pubblico, sindrome che porta all’immobilismo sostanziale soprattutto se combinata con la sindrome del Nimto, Not in My Term of Office (non durante il mio mandato elettorale) che colpisce la classe politica e gli amministratori locali.   A suo tempo, pochi contestarono la candidatura di Milano-Cortina per le Olimpiadi 2026 e il perché è semplice: sarebbe stata una posizione impopolare, perché la stragrande maggioranza, anche tra quanti oggi attaccano la costruzione della pista da Bob e il Cortina sliding Centre, era ben conscia del ritorno positivo dell’evento Olimpico.  Non realizzare la pista da Bob a Cortina significherebbe limitare la partecipazione Olimpica veneta a un paio di gare di Sci alpino, indubbiamente importanti ed emozionanti, ma con impatto e ritorno analogo a quello di una normale gara di coppa del Mondo di Sci, demotivando ogni altro investimento infrastrutturale pensato per l’evento. Senza pista da Bob quella di Cortina non sarebbe una edizione dimezzata ma quasi azzerata. I danni sarebbero impressionanti. Secondo l’Università Bocconi, con l’Olimpiade Invernale del 2026 a Milano e Cortina, il giro d’affari complessivo dei 17 giorni di manifestazione dovrebbe attestarsi attorno a 4,2 miliardi di euro, di cui almeno 1,2 tra Veneto e Trentino: per ogni Euro speso potrebbero esserci ricavi pari a 2,7 euro. Le cifre, non tengono conto del valore pubblicitario e promozionale del territorio. Le ultime Olimpiadi Invernali, quelle di Pechino 2022, sono state un successo incredibile in termine di immagine: solo in Europa le piattaforme di Discovery hanno avuto più di 156 milioni di utenti, con oltre un miliardo di minuti di visualizzazione in streaming, mentre le riprese televisive tradizionali hanno registrato un 24 per cento in più rispetto all’edizione olimpica 2018. Si prospettano dati in crescita e incredibile promozione per le località che ospiteranno i giochi nel 2026. Possiamo permetterci di perdere tutto ciò? I danni, oltre alla perdita di credibilità e alla figuraccia fatta, alla fine rischiano di essere veramente pesanti e viene da chiedersi a chi giovi veramente il ‘No’ alla pista da Bob”.

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