l’editoriale di Nicola Perrone

“Bisogna alzare la dose, sedare di più Silvio e tenerlo buono“. La battuta che circola dentro Fratelli d’Italia, certo per svelenire il clima teso, segnala però la forte irritazione nei confronti del Cavaliere. Che per molti è in piena attività di sabotaggionon sopportando che la guida del centrodestra passi a Giorgia Meloni. Ma c’è il dato elettorale, la fiducia che il 26% degli elettori le ha dato rispetto al risicato 8% preso da Forza Italia. Un partito in preda ad un feroce regolamento dei conti, tra chi è stato messo alla porta e fuori gioco dal premier in pectore, e chi sta cercando di riposizionare gli Azzurri su posizioni istituzionali. Alla fine sono sempre di meno quelli che pensano che il partito reggerà così, che più prima che poi si spaccherà: con una parte che cercherà nuovi lidi dalle parti di Renzi e Calenda, gli altri che verranno fagocitati dalla Lega.

E Salvini? “Il leader della Lega è uscito azzoppato dal voto – spiega un Fratel d’Italia- e quindi per il momento fa buon viso ma prima o poi ricomincerà il cattivo gioco e per questo Giorgia per la compagine di governo ha ancora qualche carta coperta, che rivelerà solo all’ultimo. Figure autorevoli che potranno tutelarsi se gli alleati ricominceranno a tramare sottobanco”.

Comunque anche se il fuori sacco di Berlusconi ha creato scompiglio in Italia e all’estero la cosa sta scemando e le procedure per arrivare presto al nuovo Governo sono già in atto.Stanno per iniziare  le consultazioni al Quirinale del presidente Mattarella e già in serata potrebbe esserci l’incarico a Meloni. Per venerdì si potrebbe sciogliere la riserva e annunciare la composizione del nuovo Governo, sabato il giuramento al Quirinale. Questo permetterebbe a Giorgia Meloni di entrare subito in carica e come nuovo presidente del Consiglio incontrerà lunedì il presidente francese Emmanuel Macron in visita ufficiale in Italia. Martedì Meloni si presenterebbe in Parlamento per illustrare il programma del suo Governo e il successivo voto di fiducia.

Intanto  Matteo Salvini e Silvio Berlusconi si sono visti a pranzo a Villa Grande. Fonti parlamentari riferiscono di un possibile nuovo faccia a faccia tra Berlusconi e la leader di Fdi. Molti Fratelli italiani tremano e sperano nella dose giusta di tranquillante.

E il Pd di Enrico Letta che fa? Litiga con Renzi e Calenda mentre il Conte del M5S si tiene a debita distanza. Tra i dem si segue il trend che vede avanzare gli ex grillini, ora contiani. Per molti sondaggisti presto ci potrebbe essere addirittura il sorpasso e in quel caso la crisi salirebbe di grado diventando drammatica. Per il momento ci si fa scudo dietro ai disastri combinati dal campo avverso ma prima o poi bisognerà cominciare ad affrontare i propri di guai, trovare risposte per ridefinire l’identità, per ritornare ad essere credibili come forza alternativa alla destra e non mero ritrovo correntizio di chi punta solo a conquistare e piazzarsi in qualche posto ben pagato dai cittadini italiani.

Tra qualche giorno ci sarà l’occasione per capire qualcosa di più sul percorso che porterà al prossimo congresso. C’è curiosità per la presentazione del libro di Goffredo Bettini il prossimo 11 novembre (pubblicato dal Fatto di Travaglio) sul disastro in cui versa la sinistra, su quello che è successo in questi ultimi anni e sulla possibile uscita di sicurezza. Con Bettini ci saranno il sinistro dem Andrea Orlando e Giuseppe Conte, a quel punto chiaramente il nuovo leader su cui si punterà per ostacolare la vittoria di Stefano Bonaccini alla guida del Pd.

Vero che, salvo ripensamenti, dovrebbe esserci anche Andrea Riccardi, il cattolico alla guida di Sant’Egidio che nel recente passato qualcuno vedeva addirittura al Quirinale. Qualche maligno lo vede come il candidato possibile alla guida della Regione Lazio lanciato dalla sinistra dem su cui potrebbero convergere non solo Conte ma pure Calenda e Renzi. Sarà difficile convincerlo, dicono dalle parti dem, “ma Riccardi è in scadenza, dovrà lasciare al guida di Sant’Egidio e magari potrebbe riuscire nell’impossibile, riconquistare la Regione Lazio che tutti danno già vinta dal centrodestra”.

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