“Contraddicendo la vulgata popolare, è proprio l’arrivo di interminabili mezze stagioni a caratterizzare la crisi climatica sull’Italia, contrastando l’estate torrida e cancellando il freddo inverno, così da mettere in crisi i produttori di abbigliamento pesante e costringere gli agricoltori a ripensare i cicli colturali”. E’ quanto si legge nel report settimanale dell’Osservatorio Anbi Risorse Idriche, che indica come l’andamento meteo degli anni recenti sull’Europa denoti una lunga stagione secca, da giugno (addirittura da maggio nel 2021-2022) a fine ottobre, con temperature costantemente pari o superiori ai trenta gradi e piogge quasi totalmente assenti; i restanti mesi, invece, sono caratterizzati da moderata instabilità atmosferica, con sporadiche precipitazioni localmente anche violente e temperature decisamente miti, cui si accompagna una stagione umida, caratterizzata da temperature primaverili e dal transito di cicloni, che in alcuni casi assumono l’intensità di uragani mediterranei: in sintesi, una lunga stagione intermedia, ora più secca, ora più umida ed una lunga, caldissima estate”. Per Francesco Vincenzi, presidente ANBI, “è questa fotografia a testimoniare la necessità di adattare i territori alla nuova fase climatica, dotandoli delle necessarie infrastrutture per calmierare l’estremizzazione degli eventi atmosferici, dall’alluvione alla siccità. Servono investimenti nella programmazione idrica per garantire produzione e redditività all’agricoltura”.

A leggere i dati di questa settimana, ha commentato Massimo Gargano, direttore generale ANBI, “si preannuncia un’estate difficile per il Sud Italia. Sarebbe, però, un errore considerare superata l’allerta siccità, presente fino a pochi giorni fa anche in altre zone del Paese: non cambiando sostanzialmente la situazione infrastrutturale, resta infatti marcata la fragilità idrica di alcuni territori dipendenti quasi esclusivamente da un andamento meteo, di cui la crisi climatica accentua gli estremi: pur essendo migliorata la disponibilità d’acqua, persistendo temperature largamente superiori alla norma, basteranno, come già accaduto, settimane prive di piogge significative per riproporre condizioni di sofferenza idrica. In quei momenti rimpiangeremo l’enorme ricchezza, che stiamo lasciando defluire inutilizzata in mare”.

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