In un panorama informativo parcellizzato, è il settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche a fare una prima sintesi per offrire all’opinione pubblica ed alla politica un quadro complessivo sullo “stillicidio da roulette”, cui da settimane è meteorologicamente sottoposto il territorio italiano, dove una crescente parte di popolazione è ormai costretta a fare i conti con le conseguenze della crisi climatica. In 7 giorni, copiosi nubifragi si sono registrati in Toscana (mm.64 in 24 ore a Castel del Piano ed allagamenti in Val d’Elsa), Marche (mm.70 in un’ora su Macerata), Lazio (mm.62 in meno di 48 ore ad Arpino), Basilicata (mm. 52 in un’ora a Matera), Sicilia (mm. 90 in un giorno in provincia di Enna); allagamenti si sono verificati anche nella Sardegna Nordoccidentale, mentre lo spettro dell’inondazione è perfino tornato a preoccupare la Romagna, con piogge fino a 100 mm in appena 38 ore, sulla provincia di Forlì-Cesena. “Mentre l’attenzione si concentra giustamente sulle necessità delle zone alluvionate della Romagna, è l’intera Penisola a pagare lo scotto di un’inattesa accelerazione della crisi climatica, accentuata dall’imprevidenza di un Paese, dove le logiche della prevenzione continuano a fare fatica ad affermarsi, nonostante le ricorrenti emergenze”, evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). “Se, ancora una volta, il Paese sta dimostrando un’eccezionale capacità di primo soccorso, ci appelliamo alla politica perché, accanto alle risposte all’emergenza, assuma una visione di medio-lungo periodo, adottando decisioni e programmando finanziamenti per garantire una maggiore sicurezza idrogeologica, indispensabile allo sviluppo ed alla vita di comunità, troppo spesso colpite anche da irreparabili tributi in vite umane. In un momento positivo per l’economia italiana, quanto costerà l’alluvione di Romagna al sistema Paese? Intervenire in prevenzione conviene da ogni punto di vista” aggiunge il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano.

Per quanto riguarda la condizione idrologica della Penisola, i grandi laghi abbandonano la situazione di grave crisi idrica, in cui versavano fino a poco più di un mese fa: Maggiore è al 93,5% di riempimento, Sebino al 98,6% (vicino al massimo storico), Lario a 80%; il bacino del Garda cresce di ulteriori 9 centimetri e finalmente raggiunge un rassicurante valore di riempimento (75,7%), avvicinandosi alla media del periodo. In Valle d’Aosta, dove il mese di maggio è stato leggermente più “bagnato” della media (mm.129 di pioggia a fronte di uno “storico” di 113 millimetri), in una settimana la Dora Baltea perde oltre la metà della propria portata; pur restando abbondante, cala anche il flusso del torrente Lys (6,60 metri cubi al secondo). Grazie ad un Maggio estremamente piovoso soprattutto nella parte meridionale ed occidentale della regione (+200% nei bacini di Pellice ed Alto Po), i corsi d’acqua del Piemonte mantengono livelli confortanti ed inusuali da tempo; molta pioggia si è registrata sui bacini dei fiumi Stura di Demonte, Tanaro, Varaita e Maira (tra +170% e +193%). Nel complesso, il surplus pluviometrico sulla regione si attesta all’80%, mentre il deficit nivale (SWE) si riduce a -18%; il livello della falda superficiale aumenta in tutta la regione, principalmente nel cuneese, anche se i livelli di soggiacenza delle acque sotterranee (la distanza tra il piano campagna e il livello dell’acqua di falda) permangono ampi (fonte: Arpa Piemonte). In Lombardia è netta la ripresa del fiume Adda, la cui portata (mc/s 245) registra un livello superiore a quella del biennio 2021-2022; crescono anche i livelli di Serio ed Oglio. Nella regione, il deficit delle riserve idriche si riduce al 16,4% quando solo un mese fa era superiore al 50%!”

In Veneto crescono i fiumi Piave, Bacchiglione e soprattutto Livenza; calano invece i livelli di Adige e Brenta. In Emilia-Romagna, i fiumi appenninici permangono ricchissimi d’acqua e spicca la performance della Secchia in forte crescita (mc/s 58,82); tra i bacini delle dighe piacentine, Mignano è praticamente colmo (99,8%), mentre Molato fatica a riempirsi (oggi è al 41,6%). Continua l’andamento “a fisarmonica” del fiume Po, condizionato dagli apporti derivanti da fenomeni pluviali: pur in forte calo, le portate in Piemonte si mantengono al di sopra delle medie storiche, mentre nei tratti lombardo ed emiliano le portate tornano sotto i livelli del periodo. In Liguria sono decrescenti i livelli dei fiumi Entella e Vara, mentre crescono quelli di Magra ed Argentina, che, a ponente, ha beneficiato finalmente di una piovosità superiore al resto della regione. In Toscana, dove in alcune zone è piovuto abbondantemente (in provincia di Pistoia, nel Chianti, nella Val d’Elsa, in Maremma, sull’Elba, sulle pendici del monte Amiata), alcuni fiumi hanno registrato un repentino aumento di portata (Arno, Sieve, Ombrone), superando i livelli medi mensili in anni recenti. Nelle Marche si alzano in maniera consistente i livelli dei fiumi Potenza, Esino e Tronto, grazie alle forti piogge, di cui hanno beneficiato anche i bacini regionali, che attualmente raggiungono quasi il 98% del valore di riempimento autorizzato. In Umbria, nonostante la pioggia, il lago Trasimeno ristagna ormai da molto tempo al di sotto del metro sullo zero idrometrico (-m.1,07); in forte crescita, invece, sono i fiumi Tevere e Nera, così come positivo è l’andamento del Chiascio. Nel Lazio, i livelli dei laghi di Nemi e Bracciano sono in leggerissimo aumento (+ cm. 2). Cresce anche la Fiora, la cui portata (mc/s 15,59) è nettamente superiore alla media del periodo; sopra media sono anche Tevere (mc/s 168,7) ed Aniene (mc/s 25), mentre cala il livello del Liri. In Molise, il livello idrico nell’invaso della diga del Liscione registra un aumento di oltre un metro in un mese; lo scarto positivo tra il livello dello scorso anno e quello di quest’anno a Maggio si attesta a m. 4,7 (fonte: Molise Acque). In Campania, il fiume Volturno registra incrementi nelle sezioni prossime alla foce; cresce anche il livello del Sele, mentre cala, dopo gli exploit delle settimane scorse, il Garigliano, che comunque si mantiene ad una quota nettamente superiore al recente passato. In Basilicata, nonostante una riduzione dei volumi trattenuti nei bacini, il surplus d’acqua invasata rispetto all’anno scorso si amplia, superando i 52 milioni di metri cubi. In Puglia, ancora maggiore è il gap positivo dei volumi invasati dalle dighe a servizio del Tavoliere: + 62 milioni di metri cubi. Infine la Sardegna, dove gli invasi, grazie ad un incremento di 46 milioni di metri cubi d’acqua in 30 giorni, raggiungono il 79% del riempimento consentito, rimanendo però al di sotto delle quote registrate lo scorso anno.

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