Un’estate al mare, stile balneare” cantava l’indimenticabile Giuni Russo ma anche la montagna, fatta di aria pura, passeggiate, sapori di malga, attira sempre più italiani e stranieri e non solo quando è imbiancata. La scelta di trascorrere la vacanza estiva tra i monti sembrava una tendenza destinata a diminuire negli anni post Covid-19, ma così non è. E lo dimostra anche l’interesse per il dibattito sui crocifissi in alta quota che ha infuocato il dibattito politico degli ultimi giorni.
“Tra gli Italiani che faranno una vacanza nell’estate 2023, ben il 15,2% degli stessi – spiega all’ANSA Massimo Feruzzi, responsabile di Jfc che cura il consueto Skipass panorama turismo – Osservatorio Italiano del Turismo Montano – sceglierà una destinazione alpina o appenninica: un dato significativo che segna un +2,7% di preferenze rispetto ai dati consuntivi della passata stagione estiva, quando a scegliere di “salire in quota” per fare vacanza furono il 12,5% dei nostri connazionali.
Complessivamente, le previsioni, anche se con una partenza un po’ a rilento, segnano dati in positivo per il periodo luglio/agosto – con una concentrazione di clientela nazionale, soprattutto ad agosto – e in seguito un bel prolungamento della stagione estiva sino a tutto settembre e buona parte di ottobre”.
“Questa è una grande notizia per le varie destinazioni alpine e appenniniche – la ministra del Turismo Daniela Santanchè – e più in generale per la nostra industria turistica: significa, infatti, che va delineandosi un’offerta sempre più destagionalizzata, capace di attrarre visitatori in ogni periodo dell’anno e fornendo un assist al fondamentale processo di contrasto al sovraffollamento turistico sul quale il ministero del Turismo è sempre stato, e 
continuerà a essere, attento. In vista anche delle Olimpiadi Milano Cortina 2026, che vedranno la montagna italiana protagonista, è un segnale importante”. La tendenza è positiva dappertutto ma dalla rilevazione di Jfc emergono alcune specifiche rispetto agli ambiti territoriali.
Per quanto riguarda l’area alpina del nord-ovest (Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia), le previsioni segnano un forte incremento di clientela straniera – Germania, Francia e Benelux in primis, ed anche clienti della Gran Bretagna – soprattutto per il periodo di fine giugno/luglio. Anche nelle destinazioni alpine nord-orientali (Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia) è previsto un incremento di clientela straniera – tedeschi, svizzeri, polacchi e cechi, ma anche americani – e cresce la richiesta di praticare discipline sportive all’aperto e di servizi specifici per famiglie con bambini. Le aree appenniniche sono invece maggiormente condizionate dal meteo e subiscono andamenti più altalenanti, con prenotazioni last minute: forte concentrazione di clientela italiana di prossimità, con stranieri provenienti in particolare da Olanda e Belgio. Feruzzi in chiusura ricorda di come sia stato lusighiero anche il bilancio della montagna bianca 2022-23 con un livello di internazionalizzazione crescente: “Il fatturato complessivo è salito infatti a quota 10 miliardi 284 milioni di euro, segnando una forte ripresa complessiva di 1 miliardo 542 milioni (quindi +17,6% rispetto al fatturato totale registrato nell’inverno 2021/2022, che si era assestato a 8 miliardi 742 milioni). Le presenze presso le strutture ricettive sono anch’esse aumentate in maniera considerevole (+15,7%) con un marcato incremento per quanto riguarda i flussi stranieri. Insomma alla faccia di chi diceva che ‘il futuro dello sci non esiste’…”.

Ansa

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