“La politica deve decidere se vuole adeguarsi allo “scorrere dell’acqua”, che vede i cittadini lasciare la montagna e le periferie per le città, o se vuole invertire la tendenza: bisogna mettere risorse per sostenere chi vive e presidia la montagna, ma anche adottare politiche che consentano alle comunità di svilupparsi economicamente, come i crediti di carbonio. La montagna deve passare dall’essere problema ad essere risorsa”: così il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della Nona Commissione – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare al Senato e sindaco di Calalzo di Cadore, nel corso del suo intervento in occasione del convegno organizzato dal polo UNIMONT – Università degli Studi di Milano per le celebrazioni della Giornata Internazionale della Montagna.
La sua analisi parte dai dati sulla residenzialità delle popolazioni: 30 anni fa, il 70% dei cittadini viveva in aree rurali; oggi la percentuale è quasi pari, ma tra 30 anni il 70% vivrà nelle zone urbane.
“Con questi dati e questa tendenza, è difficile far percepire e capire anche allo stesso legislatore che la montagna non è solo un posto di villeggiatura. Il turismo è una risorsa importante, ma non è l’unica e – soprattutto – in montagna non si vive solo nei mesi turistici, anzi: è proprio nei mesi di “morbida” che si registrano i problemi maggiori, soprattutto in termini di servizi ai cittadini”, ha continuato De Carlo. “Dall’altro lato, bisogna uscire dalla logica delle politiche “modello riserva indiana”: è necessario mettere tutti i cittadini nelle identiche condizioni, sapendo che ci sono realtà come quelle montane dove i costi dei servizi, anche quelli essenziali, sono pesantemente diversi”.
“È per questo” ha concluso il senatore “che bisogna dare alla comunità locali le possibilità di sviluppare la propria economia già ora, perché non esiste autonomia senza risorse. Proprio in questo senso vanno i nostri emendamenti alla Finanziaria sui crediti di carbonio che possono portare veramente risorse e risposte concrete per gli enti montani”.
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