Irpef e Iva evase con il metodo dell”apri e chiudi’. La Guardia di finanza di Vicenza ha stanato due aziende tessili controllate da imprenditori cinesi che adottavano questo trucco. E così, nei giorni scorsi, le Fiamme, coordinate dalla Procura, hanno eseguito un decreto emesso dal gip del Tribunale di Vicenza che ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per oltre 330.000 euro, pari all’imposta dovuta sulla base dell’omessa presentazione di dichiarazioni di ricavi per un’Irpef evasa di 195.426,10 euro e dell’Iva per 138.500,80 euro.

Il tutto in capo a due ditte individuali gestite da tre cittadini di nazionalità cinese. Adottavano appunto il meccanismo dell”apri e chiudi’ che rappresenta, ricorda la Gdf, “un gravissimo fenomeno di illiceità non soltanto per il fisco ma soprattutto per migliaia di piccole realtà imprenditoriali e artigiane del territorio che si vedono sottrarre indebitamente importanti fette di mercato grazie alla messa in atto di un comportamento commerciale aggressivo e scorretto”.

In particolare, i finanzieri hanno scoperto l’ennesima azienda aperta e chiusa nel breve periodo. E lo schema è stato ripetuto con due società, che, continuando ad utilizzare gli stessi beni e macchinari e mantenendo lo stesso “pacchetto” di clienti e fornitori, hanno omesso di pagare le imposte dovute. Le indagini hanno rilevato anche che mancava la documentazione contabile e non a caso: era fatto di proposito per ostacolare la ricostruzione del reale volume d’affari. Le ditte tessili hanno evaso la dichiarazione dei redditi per 2015, 2016 e 2018, non hanno pagato l’Iva del 2016 e 2018, e nascosto le scritture contabili dal 2015 al 2017. Il sequestro ha sottoposto a vincolo le risorse finanziarie riconducibili agli indagati.

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