Rinuncia al progetto dell’impianto ad Agira. Questo il risultato di dieci anni di estenuante attesa e lungaggini burocratiche. Fassa Bortolo – storico marchio leader nel mondo dell’edilizia in Italia e in Europa, con 19 stabilimenti, 9 filiali commerciali e 1700 collaboratori – nel 2010 aveva dato il via alle attività propedeutiche per la ricerca di un sito produttivo in Sicilia.

Obiettivi che, però, si sono scontrati con un muro di carta bollata, che ha rallentato il percorso, risucchiato da vicende giudiziarie, lungaggini burocratiche e accuse. Ma il lento e tortuoso sentiero burocratico non ha solo allungato i tempi di realizzazione. Difatti, l’evoluzione del mercato dell’edilizia impone lo sviluppo di prodotti sempre più tecnologici e diversificati, che hanno imposto una modifica all’orientamento degli investimenti: non potendo avere la certezza di non incappare in ulteriori barriere, l’azienda non può pianificare con certezza i tempi di costruzione dello stabilimento di Agira, su cui la società è ancora in attesa di pronunciamento del Consiglio di giustizia amministrativa.

Dopo dieci anni di attesa, quindi, il progetto – un investimento da 30 milioni di euro che avrebbe generato la creazione di oltre 100 posti di lavoro, tra personale diretto e indiretto, e il recupero ambientale di un’area fortemente degradata – rischia di diventare obsoleto prima ancora di essere nato. Con queste motivazioni, la Fassa Bortolo ha quindi deciso di non proseguire, non trovando più le condizione per sostenere un investimento di simile portata e importanza.

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