Un volontario dell’ong Mediterranea Saving Humans, cittadino italiano e ucraino, da 30 anni residente in  Veneto, è bloccato da ieri in Ucraina senza poter tornare in Polonia e poi in Italia.
“Volodymyr era arrivato a Leopoli due giorni prima dell’inizio dell’aggressione russa, per i funerali di suo padre” ha riferito racconta Elena Fusar Poli, di Mediterranea Saving Humans. “Poi si è fermato ad assistere donne e bambini profughi e stava rientrando in Italia proprio accompagnando il convoglio della nostra seconda missione Safe Passage. In questo momento siamo riusciti a far entrare in Polonia tutti i profughi, donne e minori, che viaggiavano con noi. Un gruppo di nostri attivisti resterà invece in Ucraina a fianco del nostro volontario, finché la situazione non si sarà risolta”.
Fusar Poli ha concluso: “Possiamo contare sulla piena collaborazione dell’ambasciata italiana a Leopoli, ma a questo punto serve un deciso intervento del nostro governo a protezione di un suo cittadino, impegnato in attività umanitaria”.
Ieri Mediterranea Saving Humans aveva denunciato “un atteggiamento inammissibile da parte delle autorità ucraine, innanzitutto perché rivolta a chi da diverse settimane sta portando aiuti alla popolazione civile ucraina, e inoltre perché si rifiutano di riconoscere un documento ufficiale del governo italiano”.

Dai 18 ai 60 anni è vietato infatti superare il confine, pena l’essere considerati disertori.

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