Non è durata molto la permanenza in carcere del pusher nigeriano, arrestato mercoledì scorso dai carabinieri di Schio. Osesumhen Destiny Ibhawoh, il 25enne richiedente asilo ma spacciatore tra Schio e Cogollo del Cengio dove alloggiava al civico 1/a di via Rivona, è tornato in libertà.

Non è stato processato per direttissima, come annunciato,  ma “è stato rinviato a giudizio ed è uscito fuori dal carcere”, spiega il Capitano Jacopo Mattone Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Schio che, la settimana scorsa, effettuò il blitz mettendo le manette ad Osesumhen.

Il giudice, infatti,  lo ha rimesso in libertà pur convalidandone l’arresto. In attesa del processo il magistrato gli ha imposto il divieto di dimora in tutta la provincia di Vicenza. Osesumhen,  il richiedente asilo che spacciava eroina, potrebbe essere destinato a diventare uccel di bosco, fintanto che la magistratura decida cosa farne di lui.

Una decisione che arriva alla fine di un’intensa attività investigativa da parte dei militari dell’Arma, fatta di pedinamenti e registrando tutte le sue attività di spaccio nei vari angoli di Schio. “Lavorava su appuntamento, concordando ora e luogo col cliente” spiegò il Capitano Mattone il giorno prima dell’udienza in tribunale. Udienza alla quale il pusher nigeriano non avrebbe presieduto, perché sarebbe stato confinato in isolamento.

E’ la terza volta che la stessa scena si ripete per Osesumhen Destiny Ibhawoh. Arrestato due volte anche l’anno scorso, a Thiene e sempre per spaccio di droga, era stato messo in libertà. Tornando nel frattempo a quella sua attività redditizia impiantata sullo smercio di droga, che lo stesso si confezionava nella sua abitazione di Cogollo del Cengio.

In Procura ancora non è stata fissata la data del rinvio a giudizio e, nel frattempo, Osesumhen è fuori. Senza alcun obbligo di firma, senza dovere quindi rispondere a nessuno dei suoi movimenti. “Non deve restare nel territorio della provincia di Vicenza, come il giudice gli ha imposto  -conclude il Capitano Mattone – Noi controlleremo e continueremo il nostro lavoro”.

Paola Viero

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