Arriva la condanna a cinque anni di carcere per il responsabile della sparatoria che il 20 maggio scorso, provocò il ferimento di tre macedoni, al culmine di un litigio avvenuto nella piazza di Sandrigo. Aurel Kalemi, 23 anni, fece fuoco contro il suo rivale in amore con una pistola, che solo diverse settimane dopo il suo arresto, rivelò dove fosse nascosta. L’arma è stata poi,  rinvenuta a circa un chilometro dal ‘teatro’ del regolamento di conti tra due bande rivali, composte da macedoni da una parte e albanesi dall’altra.

Il  processo si è celebrato stamattina ed il pubblico ministero Barbara De Munari aveva chiesto sei anni di carcere per Kalemi, che al culmine di una scazzottata in pieno pomeriggio, nel cuore del paese, non esitò ad estrarre l’arma e fare fuoco con tre colpi che ferirono di striscio, per fortuna, i due avversari, che se la cavarono con pochi giorni di prognosi.

Subito, scattarono le indagini ed i militari del nucleo operativo della compagnia di Thiene arrestarono il responsabile dell’episodio, che scosse l’intera comunità di Sandrigo, dove i due gruppi seminarono il panico in un tranquillo pomeriggio di domenica.

Motivo della scena da far west, una donna contesa tra i leader delle due bande. Una questione d’onore che aveva scatenato la rivalità tra i due gruppi di extracomunitari, che arrivano al culmine dell’astio, quel 20 maggio scorso, in cui le pistolettate vennero udite da tutto il paese.

di Redazione Thiene on line

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