Il giorno dopo la morte della piccola Greta, morta di meningite all’ospedale Borgo Vecchio di Verona, dopo il malessere di domenica ed il trasporto al pronto soccorso di Santorso, a Malo, in pochi hanno voglia di parlare. C’è un paese sgomento, incredulo per quanto accaduto in una manciata di ore ad una bambina bellissima, figlia di una coppia di genitori giovani, a cui è difficile dare conforto in un momento del genere.

 

All’asilo di Case, frequentato da Greta, c’è dolore, ma anche paura. Da ieri è partita la profilassi antibiotica per tutti i piccoli della scuola, come da prassi in caso di meningite. C’è preoccupazione da parte dei genitori dei bambini. Un’ansia silenziosa in rispetto di un lutto che in questo momento ha la precedenza.

La bambina aveva iniziato ad avere la febbre. Domenica, la mamma ed il papà di Greta non hanno esitato: hanno avvolto la loro bambina in una coperta e l’hanno portata al pronto soccorso dell’ospedale Alto Vicentino. Da lì, la situazione ha iniziato a precipitare con la decisione ferma dei medici di Santorso di trasferire la bambina a Verona, in una struttura più adeguata dove però, ogni tentativo è risultato vano da parte dei sanitari che nella giornata di ieri, hanno dovuto comunicare ai genitori che la loro Greta non c’era più.

La meningite in Italia, colpisce circa mille persone all’anno. Difficilmente lascia scampo e in molti ricorderanno la tragedia che colpì il cantante Nicolò Fabi. La sua bambina aveva la stessa età di Greta quando quella maledetta febbre prese il sopravvento fino ad ucciderla.

Di redazione Thiene on line

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