Oggi i funerali di Don Giulio Ballan, alle 10,30 nella chiesa del Santo di Thiene, presieduti dal vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo. Don Giulio aveva 63 anni ed è stato  trovato morto alle 16 di martedì, in seguito ad un arresto cardiaco.  Da qualche giorno era indisposto per una influenza, ma a mezzogiorno si era alzato per prendere qualcosa. 

 

Don Ballan era nato il 23 luglio 1951 nella parrocchia di S. Giustina in Colle, nell’Alta Padovana, una comunità che ha conosciuto alla fine della guerra  l’uccisione del parroco e del cooperatore insieme ad un gruppo di parrocchiani, ed ha ancora viventi una quarantina di sacerdoti, religiosi o diocesani. Entra in seminario a Thiene in prima superiore: è un ragazzo dalla statura gigante, ed il rettore gli consente di prendere doppia razione di cibo, rispetto ai ragazzini suoi compagni. Gli anni del suo seminario sono gli anni del dopo Concilio e del dopo ’68. Vede la sua classe numerosa assottigliarsi nel cammino. Egli chiede un anno di verifica e presta il servizio militare. Nel 1978 mons. Girolamo Bortignon lo ordina insieme ad altri dodici preti.
Svolge il suo ministero di cooperatore a Cave, accanto a don Attilio Brotto per quattro anni, a San Lorenzo di Abano Terme con l’arciprete mons. Tarcisio Mazzarotto per due anni , e a Villa Estense con Pietro Liviero per altri quattro anni.  Il ricordo della sua generosa e creativa attività rimane ancora vivo tra i giovani di quella generazione.
Nel 1988 diventa parroco di Prejon, nel 1993 passa a Cagnola, sempre nel padovano, e nel 1999 viene nominato parroco del Santo di Thiene. Nel 2010 gli viene affidata anche la cura spirituale della vicina Rozzampia. Ha avuto il dono di avere con sè la mamma fino al 2012, quando è mancata.
 Don Giulio, un gigante di persona, timido interiormente, quasi a sembrare schivo,  era dolce con i bambini, schietto con gli adulti.  Era una persona  concreta ed essenziale, che amava il fare più del dire.
Ha realizzato un restauro della chiesa, del centro parrocchiale, della canonica, ma il suo fare è stato sopratutto il servizio pastorale alla comunità, cercando di far crescere l’amore alla preghiera, alla familiarità con la Parola di Dio.
Era un prete fino in fondo: anteponeva la spiritualità, la preghiera e l’incontro con Cristo prima di qualsiasi altra cosa. La sua fede profonda  non aveva paura di confrontarsi con le problematiche attuali, cercando di tenersi aggiornato culturalmente. I suoi interventi anche nelle riunioni dei preti portavano l’impronta di questa ricerca ed insieme del suo bisogno di concretezza.  Un tratto singolare della sua persona era la sua passione per l’arte,specialmente cristiana, a cui dedicava anche viaggi personali o di gruppo. 
Una fede che sfociava nella carità: era pronto ad ascoltare gli ultimi ed i bisognosi. Aveva saputo comprendere, con largo anticipo sui tempi, le necessità e le problematiche che oggi affrontiamo con l’arrivo degli immigrati. E’ merito anche della sua volontà se è stato realizzato l’ambulatorio medico per gli ammalati del Santo e di Rozzampia.
La sua immatura dipartita lascia un grande vuoto nelle comunità del Santo e di Rozzampia. 
 
Nel pomeriggio sempre  alle 15 verrà celebrata un’Eucaristia anche a Santa Giustina in Colle, nel cui cimitero verrà sepolta la salma, accanto alla mamma e al fratello recentemente defunti.
La salma è stata portata ieri, nella chiesa  per le visite dei fedeli e per la veglia organizzata dai due consigli pastorali  del Santo e di  Rozzampia.
Sandro Pozza
Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia