A tre settimane dalla morte  di Anna Filomena Barretta, commessa 42enne del Carrefour di Thiene, la Procura berica ancora non ha firmato il nulla osta per la sepoltura. Dal carcere il marito indagato per omicidio non cambia versione: “si è suicidata”.

Troppo presto, quindi, pensare ad una data per il funerale di Anna Filomena Barretta, trovata cadavere il 20 novembre scorso a Marano Vicentino, nell’appartamento che per anni aveva condiviso col marito e le due figlie.
Ma ad ammazzarla sarebbe stato invece proprio lui, Angelo Lavarra, guardia giurata 43enne, che l’avrebbe freddata con un colpo di pistola 9×21, per poi inscenare il suicidio, cercando di manipolare la scena del delitto.

Secondo quanto emerso dalle attività investigative, Lavarra avrebbe chiamato i soccorsi solo dopo quasi due ore dallo sparo. Centinaia di minuti che gli sarebbero serviti per trascinare il corpo della moglie dalla cucina alla camera da letto, poggiando la pistola vicino alla mano di lei e lavare via ogni traccia di sangue. Un avanti e indietro dal bagno dove prendere acqua pulita e versare quella sporca nel wc.  Una ricostruzione fatta dai carabinieri, avvallata dai riscontri  anche col luminol dei colleghi del Ris di Parma.

Così sarebbe morta Anna Filomena Barretta, una mamma di due ragazzine di 11 e 16 anni, che voleva troncare una vita coniugale che non sopportava più. Fatta anche di botte che avrebbe preso dal marito, finendo all’ospedale almeno due volte. Ma non lo aveva mai denunciato e forse questo gli è costato la vita.
Angelo Lavarra, guardia giurata 43enne, si trova in carcere dal 29 novembre e non avrebbe cambiato di una sola virgola la propria versione: “Anna si è suicidata”. Una sua dichiarazione di innocenza che, assieme alla propria ricostruzione di quanto accadde quella mattina del 20 novembre, non avrebbe mai convinto gli investigatori che ancora continuano con le proprie indagini, scavando a fondo anche nella vita di lui.

Paola Viero

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