Bufera sulla Regione Veneto e sul massimo esponente della Sanità Domenico Mantoan, per un risvolto giudiziario, per il quale ora l’opposizione chiede addirittura le dimissioni o comunque un provvedimento da parte del Presidente Luca Zaia. La notizia, pubblicata dall’Espresso, noto giornale a tiratura nazionale parla di uno scandalo, che fa venire i brividi. Doveroso usare il condizionale perchè non esistono sentenze ed il procedimento giudiziario avrà certamente un epilogo.

La vicenda ruota attorno alla morte di Cesare Tiveron, che secondo quanto riportato in una perizia tecnica,  è morto in seguito all’impatto con un’auto blu della Regione Veneto e non per una «causa naturale». A stabilirlo  un collegio di periti nominati nel corso dell’udienza preliminare sull’incidente che è diventato ‘uno dei casi più intricati della storia giudiziaria veneta. Una battaglia legale che vede protagonisti i familiari della vittima, che chiedono giustizia e di sapere com’è morto veramente il loro congiunto.

“L’omicidio stradale di un povero settantenne, forse fatto passare per sfortunato incidente per togliere dall’imbarazzo un alto esponente della Regione: se fosse questa la verità, saremmo davanti a una brutta storia degna di un thriller, sulla quale vogliamo la massima trasparenza”. Così, in una nota, i Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle che aggiungono: “È il 13 settembre del 2016; a Padova un’auto blu della Regione travolge un settantenne in motorino. L’uomo muore. Sull’auto viaggia il massimo dirigente della sanità veneta, Domenico Mantoan. Gli accertamenti diranno che la vittima era un cardiopatico, che avrebbe procurato lo scontro a causa di un infarto e che sarebbe morto non per l’impatto, ma mentre volava in aria, sbalzato dal motorino. Tutto firmato dal professor Massimo Montisci, luminare di medicina legale dell’Università cittadina. Oggi, le controperizie e le ulteriori indagini non solo smentiscono una versione che appare fantasiosa, ma svelerebbero uno scenario che saprebbe di manipolazione della verità. Nella prima perizia verrebbero indicati esami, procedure di analisi che in realtà non sarebbero mai state effettuate. Tutto falso, insomma. Ma c’è di più: nello studio del professor Montisci sarebbe stato trovato nascosto il pacemaker del povero settantenne, dal quale si poteva verificare quando davvero fosse avvenuta la morte per arresto cardiaco. Riassumendo: un uomo viene travolto da un’auto, ma muore per i fatti suoi in volo, il corpo viene sottoposto ad analisi che risulterebbero false e la prova di quanto accaduto davvero sarebbe stata trafugata. Vogliamo la verità e diciamo che ce n’è più che a sufficienza per chiedere le dimissioni di Domenico Mantoan, o almeno la sua sospensione: Zaia che dice?”.
di redazione AltovicentinOnline

 

 

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