C’è stupore e disorientamento al liceo Martini di Schio dove, dopo l’arresto del docente di scienze umane Francesco Di Luccio, c’è un gran parlare di quella vicenda oscura, che ha spedito in carcere l’insegnante.

Stamane il preside Francesco Crivellaro ha convocato il collegio docenti proprio per fare il punto della situazione e valutare se domani sia il caso di fare tornare i ragazzi tra i banchi, o convocare un’assemblea d’istituto.

E’ naturale quanto si respiri tra le mura di una scuola finita su tutti i giornali, per la relazione tra il professore Di Luccio ed una studentessa, poco più di una bambina, che secondo quanto trapela dalle indagini ricambiava il sentimento.

Quindi non un ‘adescamento’ tra un uomo adulto ed una adolescente, ma una vera e propria storia d’amore quella portata fuori dalla scuola, dopo l’innamoramento sbocciato tra i corridoi.

Imput alle indagini, ruolo decisivo compagna
Secondo quanto trapelato in questi giorni, che Di Luccio sta trascorrendo rinchiuso in una cella del carcere di Vicenza, a fare scattare le indagini della Guardia di Finanza, sarebbe stata una compagna di scuola della 15enne innamorata del docente.
La ragazzina avrebbe confidato, a sua volta, la laison ad un parente appartenente alle forze dell’ordine. Da qui la denuncia in Procura, l’apertura del fascicolo giudiziario e l’inizio di mesi di pedinamenti, appostamenti e servizi fotografici.
Indagini ‘vecchio stampo’, che hanno indotto il gip a firmare l’arresto richiesto dal pm Maria Elena Pinna. Ma il lavoro investigativo delle fiamme gialle è in piena fase preliminare, poiché in questi giorni gli investigatori stanno passando alla lente d’ingrandimento la documentazione sequestrata all’interno dei cassetti della scuola di Di Luccio.

Il fine è quello di provare la storia tra professore ed allieva. Storia che ha diviso in due l’opinione pubblica: chi condanna fermamente quel 46enne, che si sarebbe dovuto fermare di fronte all’attrazione per la propria studentessa, chi invece non lo difende ma non vuole giudicarlo.

di Redazione AltovicentinOnline

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