Tranquillo, anzi tranquillissimo.  Così il dipendente, che si sarebbe fatto un gruzzoletto con delle rate della Tari di Thiene, ha fatto entrare i carabinieri in casa propria.
Una perquisizione svolta dai militari dell’Arma nella sua abitazione a Malo, conclusa con la consegna da parte dell’uomo di una chiavetta usb, che avrebbe detto: “Qua c’è tutto il mio lavoro”.

Dopo il blitz dei carabinieri  negli uffici tributi e ragioneria-bilancio del Comune di Thiene, il magistrato ha esteso le indagini anche nell’abitazione dell’impiegato, per cercare  ulteriori elementi che possano fare chiarezza sulla presunta truffa. Qualcosa che il dipendente dell’ufficio tributi sospeso, e tra poco licenziato, dopo i passaggi burocratici previsti dalla legge si aspettava. Con i carabinieri, infatti, non è apparso per nulla stupito di quella perquisizione, durante la quale è stato collaborativo.
L’impiegato infedele del Comune di Thiene, per il quale al momento sarebbero ipotizzati i reati di truffa, malversazione, appropriazione indebita, falso e falso ideologico, era da solo in casa quando  i carabinieri hanno bussato con in mano il mandato di perquisizione firmato dal pm intestatario del fascicolo d’inchiesta.

Cosa contiene la chiavetta?
Tra quello che i militari dell’Arma avrebbero portato via dalla sua abitazione, spicca su tutto quella chiavetta usb, che l’impiegato infedele avrebbe consegnato di sua spontanea volontà.
Una pen drive che verrà consegnata al magistrato titolare dell’inchiesta. Ma servirà ancora un po’ di tempo per capire cosa contenga. Prima di attaccarla a qualsiasi dispositivo, dovrà esserne fatta una copia forense e poi analizzata dal perito informatico.

L’unica dichiarazione che l’uomo avrebbe proferito, mettendola nelle mani di un carabiniere sarebbe stata: “Qua trovate tutto il lavoro che facevo in Comune”. Sarà il consulente informatico, incaricato dal magistrato, a verificare cosa effettivamente contenga. Gli investigatori si aspettano di trovare le prove della colpevolezza dell’impiegato che rischia il processo.
E’ presto per dirlo ma, il fatto che l’impiegato possa avere trasferito in quel piccolo supporto le prove della presunta truffa, fa sorgere più di qualche dubbio. Come qualche perplessità l’avrebbe sollevata il fatto che questo dipendente infedele del Comune di Thiene ‘documentasse’ il suo servizio allo sportello dei tributi, salvando il tutto nei giga di una pennetta.

Negli ultimi giorni ‘braccato’
Nei suoi confronti non scaturirà, al momento, alcun provvedimento cautelare.  Non ci sarebbe il pericolo che possa continuare col suo piano criminale, di fatto bloccato l’8 ottobre quando è stato sospeso dal lavoro in Comune. Nessuna reiterazione del reato e nemmeno un pericolo di fuga.
Ma fino a pochi giorni prima, pur avendone sentore, avrebbe cercato di racimolare quanto più possibile. Si sarebbe sentito quasi braccato, ma avrebbe continuato a chiamare a casa dei contribuenti, per farsi dare in contanti i soldi delle tasse.

L’8 novembre, intanto, si concluderà l’indagine interna del Comune con la commissione disciplinare che deciderà per il licenziamento.
Un Comune, infatti, non è una ditta privata dove tutto è possibile. Esistono dei passaggi obbligatori per legge che, una volta conclusi, potrebbero mettere la parola fine al rapporto tra il Comune di Thiene e l’indagato.

“Noi amministratori non abbiamo il potere di licenziare – ha spiegato più volte l’assessore Alberto Samperi, che sta tenendo alta l’attenzione personale sul caso – E’ chiaro che l’avremmo fatto senza esitazione, se avessimo potuto. Il Comune è vittima della condotta illecita di questo dipendente che, per fortuna, è stato smascherato prima che facesse più danni di quelli che ha fatto in pochi mesi all’ufficio Tributi”.

Paola Viero

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