Il Veneto è al quarto posto in Italia per numero di imprese produttive del settore automotive, con 350 aziende attive nella produzione di autoveicoli, carrozzerie, parti e accessori, che impiegano oltre 5.400 dipendenti e nel 2022 registrano un fatturato stimato di oltre 1,4 miliardi di euro, l’8% del totale nazionale.
Saranno queste a subire maggiormente l’impatto della direttiva UE che vieta dal 2035 i motori diesel e benzina. Ma gli effetti si vedranno anche sulle oltre 6.000 imprese di manutenzione e riparazione di autovecoli che rappresentano il 55% del totale della filiera. È la fotografia dell’automotive in Veneto, scattata dal centro Studi di Unioncamere regionale.
“Oggi quasi il 60% della produzione di componentistica è diretta al mercato estero, in primis in Germania e Francia – commenta il Presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza – Lo stop dell’UE alla produzione di motori diesel e benzina dal 2035 avrà un impatto negativo non solo a livello occupazionale, ma anche sull’export veneto. E’ necessario introdurre dei correttivi e sostenere le nostre piccole e medie imprese, che non possono affrontare da sole gli investimenti in innovazione tecnologica, digitalizzazione e formazione del personale necessari alla transizione energetica in tempi così brevi.”
Lo stop alla vendita di motori benzina e diesel porterebbe infatti ad un impatto significativo sul comparto dell’automotive e di tutta la filiera della componentistica, settore strategico dell’economia italiana e regionale.
“Sono a rischio 11.283 imprese venete di tutta la filiera per un totale di 26.420 addetti, con un impatto sul fatturato delle imprese produttive che potrebbe superare 1,4 miliardi di euro – sottolinea il Presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza – La filiera regionale è composta anche di alcune nicchie di produzione orientate alla qualità e all’innovazione come, per esempio, la produzioni degli interni in pelle specialmente per le vetture di lusso, la diagnostica, la componentistica meccanica e di precisione, gli impianti di verniciatura e la produzione di vetri e parabrezza. Le ricadute a livello regionale si prospettano preoccupanti, perché i tempi non sono maturi.
Le nostre aziende sono impreparate a una transizione così drastica e ravvicinata, che agevola la Cina già avanti nella produzione di batterie e componentistica per l’auto green e rischia di provocare una drastica riduzione dei posti di lavoro. Ma anche i consumatori subiranno disagi per l’aumento dei costi e per la mancanza di infrastrutture di ricarica”.
Il settore automotive in Veneto
A fine 2022, secondo i dati Infocamere, la filiera dell’automotive in Veneto, che comprende la produzione di auto e componentistica (esclusa la produzione e il commercio di pneumatici), la commercializzazione e i servizi post-vendita, registra 11.283 sedi di impresa attive e 26.420 dipendenti.
Il 3% della filiera, 350 imprese, sono imprese manifatturiere che si occupano della produzione di autoveicoli, carrozzerie e parti e accessori, mentre più della metà – il 55% pari a 6.194 sedi – sono imprese dei servizi di manutenzione e riparazione di autoveicoli, il 40% (4.468 sedi) imprese del commercio e il restante 2% (271 sedi) sono aziende di noleggio.
Il Veneto è al quarto posto per numero di imprese produttive del settore automotive con una quota dell’11% sul totale nazionale , dopo la regione simbolo del settore ovvero il Piemonte (20%) con 629 sedi d’impresa attive, la Lombardia (18%) con 579 e l’Emilia-Romagna con 386 (12%).
Le 350 imprese produttive della filiera veneta vedono impiegati oltre 5.400 addetti dipendenti e nel 2022 registrano un fatturato stimato di oltre 1,4 miliardi di euro, pari all’8% del fatturato totale nazionale del settore.
All’interno del settore manifatturiero la maggiore specializzazione si ha per le attività di fabbricazione di componentistica ed accessori per autoveicoli che conta 172 imprese attive e 3.494 addetti operanti per un fatturato stimato di oltre 790 milioni di euro. A livello provinciale, in testa per numero di imprese ci sono Verona con 45 sedi (26,2%) e Padova con 43 sedi (25%), seguono Vicenza con 34 (18,6%) e Treviso con 28 (16,9%).
Al secondo posto con un fatturato stimato di 460 milioni di euro il settore produzione di carrozzerie con 137 sedi di impresa attive che si concentrano nelle province di Verona (37 sedi), Vicenza (34 sedi), Treviso (28 sedi) e Padova (21 sedi), per complessivi 1.470 dipendenti.
Segue il comparto fabbricazione di autoveicoli che vede coinvolte 41 imprese con 506 addetti e raggiunge un fatturato di 117 milioni di euro.
Commercio con l’estero
L’export del settore della produzione industriale automotive ha totalizzato nel 2022 un valore di circa 1 miliardo e mezzo di euro, pari a quasi il 2% del totale delle esportazioni regionali.
Il 59% delle vendite (886 milioni di euro) deriva dal settore della componentistica ed accessori, il 31% (455 mln di euro) da quello degli autoveicoli e il 10% (152 mln di euro) dalle imprese che producono carrozzerie. I principali Paesi partner delle imprese venete sono Germania con 345 mln di esportazioni e Francia con 249 mln di euro, seguono Regno Unito con 165 mln e Spagna con 92 ml di euro esportati. Le esportazioni verso la Germania sono il 20% delle esportazioni regionali del settore automotive e quelle verso la Francia sono il 18%.
Rispetto al 2019, ultimo anno di massime performance per il commercio mondiale, le esportazioni registrano una diminuzione del -6,4% che equivale a circa 102 milioni di euro di merce esportata in meno. Il settore che ne ha risentito maggiormente è quello della componentistica ed accessori per autoveicoli -9,3% pari a -91 mln di euro, seguono con -2,1% gli autoveicoli (-10 mln) e -0,9% la carrozzeria (-1 mln). Il decremento maggiore delle vendite è avvenuto verso il Regno Unito (-38,7% pari a -64 milioni di euro) e la Germania (-11,5% pari a -40 milioni di euro). Al contrario invece, si registra un aumento delle vendite verso Austria (+26,2%, pari a +14 mln) e Polonia (+14,2% , pari a +7 mln)., che sono rispettivamente il quinto e il sesto Paese per valore esportato.
Nel 2022 l’import del settore produttivo dell’automotive ha superato i 7,8 miliardi di euro ed equivale ad una quota dell’11% sul totale regionale. L’87% delle importazioni ha riguardato gli autoveicoli, l’11% la componentistica e gli accessori e il 2% le carrozzerie. Rispetto al 2019, le merci comprate dall’estero sono diminuite in valore di -1,3% pari a 101 milioni in meno.
Transizione green e investimenti
L’approvazione del regolamento europeo che vieta dal 2035 la vendita nell’UE di autoveicoli a motore diesel o benzina accelera la corsa delle imprese alle transizioni green, requisito fondamentale per far sì che la filiera diventi competitiva sui mercati esteri. Gli investimenti che le imprese si trovano a dover affrontare sono di vario genere: investimenti sulla digitalizzazione e l’automazione dei sistemi produttivi, investimenti in ricerca e sviluppo su innovazioni di prodotto, investimenti sulle risorse umane dove si cercano competenze specifiche.
Nel 2022, secondo l’indagine Excelsior, l’80,9% delle imprese venete del settore fabbricazione di macchinari che comprende il settore dell’automotive ha effettuato investimenti in vari ambiti della trasformazione digitale. Tali investimenti hanno avuto un impatto sul capitale umano che ha riguardato per il 41% la formazione del personale già presente in azienda per l’adeguamento delle competenze alle nuove tecnologie e ai nuovi modelli organizzativi e di business, per il 10,8% l’attivazione di servizi di consulenza e per il 5,8% il reclutamento di personale con competenze adeguate ai nuovi processi di transizione.