Le imprese della provincia di Vicenza si posizionano al terzultimo posto in Veneto per puntualità nei pagamenti ai fornitori. Nel primo trimestre 2014 il 47% delle imprese della provincia ha pagato alla scadenza le fatture ai propri fornitori, mentre il 43,2% ha saldato con un ritardo fino a 30 giorni oltre il termine e il 9,8% con un ritardo superiore ai 30 giorni. Una performance migliore sia della media regionale (46,8% di pagamenti puntuali) che di quella nazionale (38% di pagamenti regolari). Si segnala però ilpeggioramento dei ritardi gravi, quasi triplicati in 4 anni, passati dal 3,5% del 2010 al 9,8% attuale.

È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2014 realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese venete nel primo trimestre 2014.

La classifica della puntualità a livello regionale vede al primo posto la provincia di Belluno con il 50,7% delle imprese puntuali, seguita da Verona con il 49,7% e Rovigo con il 48,6%, poi Treviso (47,7%), Vicenza (47%) e Padova (46,8%). Chiude Venezia con solo il 41,2% di imprese virtuose e l’11% di ritardi oltre i 30 giorni.

Nel primo trimestre dell’anno in corso invece ben il 46,8% delle imprese della regione ha saldato puntualmente le fatture ai fornitori, mentre il 43,7% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e il 9,5% oltre i 30 giorni.

Dall’analisi del trend si osserva che, nonostante un aumento del 15,3% dei pagamenti puntuali rispetto al 2010, i ritardi superiori ai 30 giorni sono aumentati del 150%. A dimostrazione che anche in Veneto in questi ultimi anni sono cresciute le difficoltà delle imprese a onorare gli impegni assunti entro i termini concordati.

“Nel nostro studio abbiamo registrato delle dinamiche che in questi ultimi anni hanno caratterizzato in modo significativo la vita delle imprese – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B -. Prima di tutto continua il processo di istituzionalizzazione dei ritardi nei pagamenti commerciali, cioè la trasformazione dei ritardi in termini contrattuali: le imprese non vogliono perdere clienti e fatturato e quindi concedono qualcosa nei termini di pagamento. Secondariamente alcune imprese non riescono più a stare sul mercato e ritardano oltre modo il saldo delle fatture. Basti pensare all’andamento dei fallimenti, che hanno raggiunto quota 3.823 nel primo trimestre del 2014, con una media di 58 chiusure al giorno, due ogni ora. Nonostante alcuni segnali di timido miglioramento non bisogna però abbassare la guardia in quanto rimane ancora rilevante il numero di imprese che non onorano gli impegni entro i termini contrattuali”.

“Negli ultimi anni, però, le imprese italiane hanno messo sempre più la gestione dei pagamenti al centro della propria gestione finanziaria – conclude Preti – e hanno investito in strumenti come quelli messi a disposizione da CRIBIS D&B, che consentono di intercettare tempestivamente i segnali deboli di deterioramento dell’affidabilità dei propri partner, di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire in modo efficace con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa. Un’operazione, questa, non a costo zero ma che riteniamo potrà portare benefici concreti anche dopo la fine della crisi”.

 
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