Nel mese di febbraio in Veneto il saldo occupazionale e’ stato positivo per circa 6.900 posti di lavoro dipendente, ma il dato e’ peggiore rispetto a quello del 2020, quando i posti di lavoro in piu’ erano 8.200, che era a sua volta peggiore rispetto a quello del 2019, con 11.851 posti in piu’. Il saldo annualizzato, quindi, continua a peggiorare e a febbraio 2021 registrare 14.300 posizioni lavorative in meno rispetto a febbraio 2020. Questi i dati diffusi dalla Bussola di Veneto Lavoro. A febbraio le assunzioni sono state 30.030, in calo del 27% rispetto alle due annualita’ precedenti. Se il saldo e’ comunque positivo e’ perche’ anche le cessazioni sono diminuite del 34%, con un picco pari al -78% per i licenziamenti collettivi, un -68% di licenziamenti individuali e un -32% di fine contratti a termine. Le piu’ penalizzate per quanto riguarda le assunzioni sono le donne (-32%), seguite dai giovani (-28%). I settori piu’ colpiti sono i servizi turistici (-69%) ed il commercio (-32%), ma anche l’industria vede un calo delle nuove assunzioni, che Veneto Lavoro imputa in parte al mancato turnover dovuto al blocco dei licenziamenti. La provincia piu’ colpita e’ Venezia, dove la domanda di lavoro cala del 50%, seguita da Verona e Padova (-25%), Vicenza (-22%), Treviso (-18%) e Rovigo (13%). Belluno rappresenta invece un’eccezione, con un +1,2% delle assunzioni rispetto al 202

Per quanto riguarda le tipologie di contratto, febbraio e’ stato lievemente positivo per il tempo indeterminato (+900) nonostante il calo delle nuove assunzioni (-26%), e per il tempo determinato (+6.300), con un calo delle assunzioni del 28%. “I dati sono piu’ che preoccupanti, e sostanzialmente ci restituiscono la fotografia di un mercato del lavoro bloccato ed in arretramento”, commenta l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan. “Stiamo lavorando da mesi con le rappresentanze datoriali e dei lavoratori per prepararci ad affrontare l’onda d’urto dei potenziali disoccupati causati dalla riduzione della capacita’ delle nostre imprese di far fronte ai propri dipendenti e, quando sara’, dallo sblocco dei licenziamenti” continua l’assessore. Secondo un approfondimento statistico di Veneto Lavoro, la pandemia ha condizionato anche i flussi di ingresso in stato di disoccupazione. Nel 2020 sono infatti state presentate ai Centri per l’impiego del Veneto 118.000 dichiarazioni di immediata disponibilita’ (Did), ovvero il 17% in meno rispetto alle 143.000 del 2019. Diminuiscono del 36% gli inoccupati e aumenta la quota di donne sul totale (dal 55% al 57%). E nei primi due mesi del 2021 la tendenza non e’ cambiata, con un -19,4% rispetto al 2020.

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