“Un operaio lombardo di 44 anni martedì ha perso la vita a Lodi, stroncato da un malore mentre lavorava sotto il sole con una temperatura percepita di 40 gradi. Il lavoratore stava tracciando la segnaletica orizzontale in un piazzale di asfalto completamente esposto al sole, una situazione ad alto rischio vista l’ennesima ondata di caldo torrido che si sta abbattendo sul nostro Paese. Nella stessa giornata un altro lavoratore, che si è sentito male mentre lavorava su un tetto a Brescia, è stato ricoverato in codice rosso ma grazie al prodigarsi dei medici è riuscito a salvarsi. E a Tortona, dove il caldo ha fatto saltare la copertura di un silos in un impianto di betonaggio, nove operai hanno rischiato grosso ma sono riusciti ad allontanarsi ai primi segnali di pericolo e se la sono cavata con danni leggeri causati dalla nuvola di cemento sprigionatasi”. L’Unione Sindacale di Base USB e Rete Iside hanno avviato una campagna sui rischi del caldo sul lavoro, “che in settori come l’agricoltura e l’edilizia può costare la vita a lavoratori e lavoratrici”. Lo stop alle attività lavorative a rischio nelle ore più calde “deve essere ordinato al più presto su tutto il territorio nazionale, ma ad oggi solo le Regioni Puglia, Calabria e Basilicata hanno emesso ordinanze, in vigore fino al 31 agosto, che vietano il lavoro in condizioni di esposizione al sole ed al calore tra le 12,30 e le 16, qualora la mappa del rischio indichi un livello alto”, denuncia USB. In situazioni come quella verificatasi a Lodi, inoltre, con temperature oltre i 35 gradi e l’alta esposizione al sole, “poteva essere attivata la cassa integrazione apposita: i lavoratori avrebbero dovuto e potuto non trovarsi in quel parcheggio”.
Comunicato Stampa