A Pove del Grappa, piccolo comune vicentino adagiato sulle pendici collinari del Monte Grappa, il lavoro dello scalpellino si è tramandato per più di quattro secoli, passando di padre in figlio grazie ad autentiche dinastie di artigiani.
I loro capolavori hanno abbellito ville, palazzi e chiese dapprima in Veneto e successivamente in tutta Europa: dalle statue dell’Ala Napoleonica a Venezia alla basilica di Santa Teresa a Lisieux in Francia, fino l’enorme gioco degli scacchi in marmo bianco “Play It By Trust” recentemente commissionato da Yoko Ono, moglie di John Lennon.
La creatività e la storia di questi abili artigiani sono raccontati nel Museo dello Scalpellino, fondato nel 1985, a cui si è aggiunta l’Associazione Amici dell’Arte Lapidea, nata nel 2021 per ricordare una tradizione che parla orgogliosamente di marmo e martello anche attraverso il volume ”Una storia incisa nella pietra”, pubblicato come omaggio alle oltre duecento famiglie di artisti che si sono succedute fino ai giorni nostri.
Tra gli scalpellini di Pove che si distinsero grazie alle loro innate capacità artistiche, si ricordano Giovanni Fusaro (1848-1913), Pietro Longo (1829-1917) e Aldo Caron (1919-2006) e il celebre Antonio Bosa, fedele seguace del Canova, al quale è stato intitolato il Museo dello Scalpellino.
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