Caro direttore,
le scrivo perchè ho bisogno di sfogarle la mia difficoltà, che rasenta la frustrazione nei confronti del voto del 4 marzo. Chi voto? Non riesco proprio a decidere, ma quel diritto conquistato con tanto sacrificio io vorrei esercitarlo. Ho letto sui giornali le liste ed ho percepito il vuoto. Nomi sconosciuti, curriculum inesistenti, programmi utopostici, candidati senza titoli di studio necessari per stare seduti in parlamento e decidere le sorti degli italiani. Italiani che stanno soffrendo e mai come in questo momento storico avrebbero bisogno di risollevarsi. Ci accusano di non avere più fiducia nella politica, ma con queste candidature, credo che i partiti abbiano fatto il peggio, creando una scollatura definitiva con noi cittadini, che non ne possiamo più di mantenere politicanti a 10mila euro al mese. Incapaci di lasciare un segno, selezionati per raccomandazione e non per gavetta e meriti. Credo che la decisione più saggia sarebbe quella di disertare le urne, di non andare a votare per fare capire quanto siamo indignati. Sono una nonna angosciata dal futuro che attende i miei nipoti.
Non vedo nulla di buono all’orizzonte. Queste elezioni ne sono l’emblema.

Maria Bortoli, 71 anni, insegnante in pensione

 

Cara Maria,
che dirti….non saprei davvero cosa risponderti perchè il mio pensiero coincide perfettamente con il tuo. Leggo giornali, seguo morbosamente talk show per votare con coscienza, ma anche io non ho ancora deciso. Forse hai ragione quando dici che il non andare a votare in massa sarebbe un modo per dire a questa politica ‘poco seria’ quanto ci ha stufato e nauseato. Poi, penso a quanti hanno lottato per ottenere il diritto al voto e mi sentirei una incivile a non recarmi alle urne. Io continuo il mio studio sui candidati con la speranza di arrivare al 4 marzo con le idee più chiare.

Natalia Bandiera

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