RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO dal consigliere comunale di opposizione a Schio Giorgio De Zen

Gentile Direttrice,

mancano dieci giorni alla fine della campagna elettorale. La prima con una pandemia in corso. Una situazione nuova che purtroppo non sembra aver rimesso al centro dell’attenzione i temi fondamentali della vita di ognuno di noi. Anche in questi ultimi giorni abbiamo assistito purtroppo in Italia a fatti (e relativi commenti online) di una bassezza unica. Tanti sono i motivi del disagio che serpeggia tra la gente, e molti di questi sono oggettivi e comprensibili, ma dobbiamo fare uno sforzo comune per rimettere in gioco energie positive e progettare un futuro diverso.

Tra pochi giorni saremo chiamati a votare chi e come amministrerà il Veneto nei prossimi 5 anni.

Poiché l’80% del bilancio regionale è fatto dal capitolo socio sanitario, la domanda su cui saremo chiamati a rispondere è: rispetto a 5 o 10 anni fa, nell’Alto Vicentino abbiamo una sanità migliore, oppure no?

Dato che la competenza sanitaria è regionale, se pensiamo che la sanità sia peggiorata.. beh il giudizio sulla maggioranza Leghista che ha governato negli ultimi 20 anni credo sia inappellabile. Molti dicono che i tagli alle risorse sono stati fatti anche a livello nazionale dal centro sinistra. Molti dicono che mancano i medici. Ma nessuno aveva obbligato Zaia&co a costruire il nostro ospedale in project financing, spendendo cifre spropositate che paghiamo a privati, anziché investire sul personale, sui posti letto e sulla medicina pubblica territoriale.

L’assessora Lanzarin ci ha spiegato che in Veneto mancano 1300 medici su 54000: peccato che il pronto soccorso di Santorso non sia più tanto “pronto” visto che mancano 14 medici su 21.

Capisce, Direttrice, che la proporzione non torna? Qui evidentemente ci sono meno medici che altrove in Veneto.

A novembre scorso 4000 persone sono scese in piazza a manifestare contro il declino dell’ospedale, ma anche dei servizi socio-sanitari: si, perché spesso ci si dimentica, ma è proprio lo sviluppo di questi servizi che rende una comunità davvero civile. Il non lasciare indietro chi è più in difficoltà (gli anziani, le persone con disabilità, chi soffre di malattie mentali e ha un CSM chiuso da un anno..) dovrebbe essere normale, invece anche in questo caso vedo molto disinteresse se non menefreghismo. Come se questi problemi non esistessero, come se non coinvolgessero un gran numero di famiglie.

L’attuale classe politica non considera che l’attrattività di un territorio è data soprattutto dai suoi servizi pubblici e induce i cittadini a ricorrere al privato. Ci stanno forse silenziosamente abituando che pagando si può avere tutto subito? Ma quanti possono pagare? E comunque, in caso di emergenza o di patologie importanti è al pubblico che ci rivolgiamo. Se non funziona siamo pronti a gridare alla malasanità e ad accusare medici ed infermieri, ma è alla politica che dobbiamo guardare, poiché essa effettua le scelte che contano. Gridare all’autonomia in questo caso non serve, in campo sanitario ce l’abbiamo già, ma qui nell’Alto Vicentino non ne stiamo vedendo i risultati. Le scelte vengono fatte a Venezia, e la politica locale non trova la forza di difendere il proprio territorio.

Ma c’è una persona, nella nostra comunità, che in questi anni ha saputo fare la differenza sul tema socio-sanitario. Qualcuno dice che sia monotematico. No: a differenza di chi segue i propri leader di partito anche se si buttano nel burrone, ha capito che non c’è nulla di più importante della salute delle persone. Gli schei, se si perdono, si possono riguadagnare, la salute difficilmente.

Questa persona ha studiato, si è documentata, ha fatto esperienza amministrativa in consiglio comunale, si è confrontata quotidianamente con i professionisti della sanità e del sociale. Si è battuto praticamente da solo contro la fusione per incorporazione della nostra vecchia Ulss 4 con quella di Bassano, colpo di grazia alla qualità di molti servizi.

A ottobre mi ha detto: “Giorgio, dobbiamo convincere tutte le persone, i partiti, i sindacati, le associazioni a scendere in piazza e protestare. Se taciamo vuol dire che ci va bene cosi, perderemo un pezzo alla volta tutto quanto”. E abbiamo coinvolto tutti in quella che è stata la più grande manifestazione degli ultimi anni. Il giorno dopo i vertici della Regione erano a Santorso. Forse abbiamo iniziato a dare fastidio. Forse non si poteva dire che l’ospedale, divenuto centro Covid, aveva lasciato un intero territorio senza assistenza sanitaria, e neppure che ha trattato i pazienti Covid contando solo sui propri inesperti medici, senza avere il reparto di pneumologia che invece è rimasto a Bassano. Guai a chi denuncia. Ma dove stiamo andando, Direttrice?

Forse questa persona ha un carattere forte e a volte un tono che può non piacere a tutti. Ma il suo tono è una sveglia per l’Alto Vicentino e per il Veneto: non è la moderazione democristiana che ci salverà, ma la risolutezza nel voler affrontare i problemi. Anche davanti all’assessore Marcato o al consigliere Colman non si è sottratto al confronto, vero sale della democrazia. Peccato che la controparte non voglia davvero mettersi alla prova del pubblico, come se si potesse sempre non dire o tergiversare. Sarà l’ultima campanella a suonare? Spero che le persone si rendano conto che senza servizi all’altezza un territorio è destinato a impoverirsi: la fuga dei giovani dal Veneto verso altre regioni è un grande segnale di allarme.

Non voglio aspettare altri 5 anni per vedere il cambiamento. Per questo gentile Direttrice voterò con convinzione l’amico Carlo Cunegato e il Veneto che Vogliamo (il primo movimento civico e popolare, costruito dal basso ascoltando i territori e le persone, facendo rete tra le varie realtà locali). Lui è l’unica persona candidata in zona che saprà far sentire con forza la voce di chi finora non ce l’ha avuta. Non possiamo più aspettare, un altro futuro è possibile.

Distinti Saluti

Giorgio De Zen

Consigliere comunale per Coalizione civica Schio

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