‘Non ci siamo mai fermati, anzi, abbiamo lavorato ancora di più con la responsabilità di chi sa che deve dare un senso concreto al mandato popolare in un momento di emergenza come quello che il nostro Veneto sta vivendo. E’ una quarantena intensa, in cui c’è da pensare all’emergenza sociale scaturita da quella sanitaria, in cui ho lavorato regolarmente nella mia ditta, imparando ad utilizzare la mascherina davanti al monitor e non ho rinunciato allo sport, nonostante i divieti di un dpcm, che non sempre è stato chiaro a tutti ed io mi sono prodigato a spiegare, mettendomi a disposizione della comunità’.

E’ la descrizione della quarantena di Maurizio Colman, 47 anni, consigliere regionale di maggioranza.

Consigliere Colman, iniziamo dal  maxi emendamento, al quale state lavorando: cosa significherà per i veneti?

Questo maxi emendamento fa lievitare la manovra da 5 milioni a 18 milioni di euro, senza introdurre maggiori entrate, ma pareggiando le maggiori uscite con le minori uscite di altri capitoli di bilancio. Le poste di bilancio sono necessarie per interventi a favore di scuole paritarie (bimbi da 0 a 6 anni), del “buono scuola”, al “buono affitti” e all’integrazione del fondo per la cassa integrazione in deroga per un totale di 7 milioni e infine ad agevolare le famiglie che pagano le rette delle case di riposo. Un provvedimento che cerca da un lato di lenire le ferite economiche inferte alla gente veneta dalla crisi finanziaria conseguente all’emergenza sanitaria e dall’altro di creare le condizioni per poter ripartire con serenità quanto prima.

Mi piace inoltre evidenziare un intervento destinato soprattutto ai piccoli comuni, in quanto concordato anche con la loro associazione, che destina 500 mila euro a ristoro delle spese effettuate per rendere possibile il lavoro in remoto. Lo definisco così perchè personalmente, il termine smart working lo ritengo errato e abusato, come il termine resilienza che ho imparato a conoscere sui testi di metallurgia e che adesso vedo tatuato su culi abbronzati e tonici.

A chi va il Suo pensiero in questo momento storico delicato e drammatico?

In questo periodo credo che i sindaci, soprattutto quelli dei piccoli comuni abbiano dato prova di abnegazione e impegno che hanno in alcuni casi superando anche quelle che sono le funzioni istituzionali che sono loro attribuite. In particolare una menzione va fatta ai sindaci dell’Alto vicentino che hanno saputo essere iperattivi andando ad istituire nuovi servizi a favore delle loro comunità calibrandoli sulle reali esigenze dei loro concittadini. Per quanto mi è stato possibile con molti di loro i contatti sono stati molteplici, cercando di reperire informazioni utili, iniziative presenti in altri contesti e magari fornendo DPCM e ordinanze “in anteprima” in modo che potessero avere un maggior tempo per programmare il loro lavoro.

Mi rimane solamente un interrogativo, ho notato che come territorio ci siamo mossi a macchia di leopardo.

Cioè? A cosa si riferisce?

Due esempi: eco-centri e “buoni spesa”. In alcune realtà gli eco-centri si aprono, e sicuramente saranno garantite le condizioni di sicurezza per cittadini ed operatori, mentre in altre rimangono tuttora chiusi. Per quanto riguarda i “buoni spesa” alcuni comuni hanno esaurito i fondi lasciando anche una “lista d’attesa” altri hanno esaurito le domande consumando molto meno della metà dei fondi assegnati.

Queste situazioni così diverse, che manifestano le medesime “condizioni al contorno”: lo stesso gestore Ava-Greta per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e il medesimo tessuto socio economico su cui erogare i contributi. Dando per scontato che in entrambi questi esempi siano applicati i principi della buona amministrazione, significa che qualcuno si è mosso meglio degli altri e occorre riconoscerne il merito.

Sarebbe magari stato preferibile un’ azione corale in modo da condividere orientamenti, metodologie e modulistica. Molto spesso, alcuni anni fa si parlava di “comunità allargate dell’altovicentino”, poteva essere quanto il momento per creare delle sinergie positive per utilizzarle poi anche in tempi di ordinaria amministrazione.

Ci parli del suo lavoro in azienda, in cosa è cambiato con il Coronavirus?

Il mio impegno in azienda non si è mai fermato, anche se ovviamente si viaggia a velocità ridotta in quanto alcuni fornitori non rientrano nei codici “ateco” o hanno preferito limitare le loro attività.

Devo dirle che risulta strano utilizzare il computer con la mascherina e aver modificato la prossemica quando inevitabilmente si viene a contatto con colleghi o con clienti e fornitori. Questo mi consente di avere un costante punto di osservazione sulla realtà produttiva veneta e di poter dare il mio magari modesto contributo all’economia del nostro territorio.

Da qualche anno, dal suo profilo facebook emerge la sua passione per lo sport e la forma fisica. Quanto Le è costato doversi adeguare alle regole imposte alla comunità ?

Non ho affatto trascurato la mia forma fisica per non farmi trovare  fisicamente impreparato quando si potrà tornare ad allenarsi all’aperto. Mi dirà  che dal combinato disposto dei DPCM e delle ordinanze regionali questo si può già fare, ma non è così. Mai come in questo caso – per citare Nanni Moretti – “le parole sono importanti”. Risulta essere concessa l’attività motoria, che risulta essere diversa dall’attività fisica che a sua volta differisce dall’allenarsi.

Mi è capitato di illustrare queste sottili differenze semantiche, destinate però ad essere sostanziali ad amici e società sportive che, soprattutto nei primi giorni del mese di marzo si sono trovati a dover destreggiarsi tra normative e interpretazioni delle stesse fornite da chi magari solitamente non è abituato a questo. Personalmente preferisco sempre fornire una lettura che sia di tipo conservativo: preferisco “stare dala parte del formajo piuttosto che da quela dela grosta” e quindi a volte vengo tacciato come eccessivamente prudente. Credo però che quando a rischiare sono altri sia corretto metterli di fronte a duna soluzione che presenti un adeguato margine di sicurezza, quanto grande quel margine? Bella domanda! In compenso mi sono reinventato come ciclista indoor  nelle ultime quattro settimane ho percorso 800 chilometri senza muovermi dal terrazzo di casa . Su una cosa sola mi discosto dai dettami della corretta alimentazione: reintegro i liquidi utilizzando birra e Prosecco… posso sempre dire che mi sto preparando anche per quando riapriranno i bar!

 

di Redazione AltovicentinOnline

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