La necessità improrogabile di realizzare il bacino di laminazione lungo il torrente Timonchio. Questo è stato il tema principale affrontato nell’ultimo consiglio comunale di Caldogno. A seguito dell’approvazione da parte della Regione Veneto del piano degli interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico, l’opera di salvaguardia idraulica prevista per il territorio calidonense è stata definita “molto urgente” e il Comune di Caldogno può procedere all’esatta individuazione urbanistica dell’area da destinare al nuovo bacino.

La Regione ha disposto che la realizzazione del bacino d’invaso va localizzato nell’ambito del Piano di Assetto del Territorio (PAT). Essendo la localizzazione indeferibile, il PAT deve essere adottato con la massima urgenza e quindi, anche nel caso in cui sia già stato pubblicato il decreto di indizione dei comizi elettorali. Questo ha consentito di adottare soluzioni progettuali più efficaci, non attuabili con strumenti puntuali. Il documento preliminare del PAT, data quindi l’urgenza dell’oggetto principale dello stesso ovvero la realizzazione del bacino d’invaso, dovrebbe essere pronto entro la fine dell’anno.

Sul tema è intervenuto l’assessore all’urbanistica del Comune di Caldogno, Alberto Moschini, che ha motivato ulteriormente l’urgenza che aveva caratterizzato la passata amministrazione a chiudere il procedimento di adozione del PAT come strumento necessario per garantire in tempi certi la realizzazione del bacino d’invaso. «È nostra intenzione – spiega Moschini- adottare un primo piano specifico su alcune tematiche che stanno a cuore all’amministrazione e a molti cittadini calidonensi. Ci tengo a puntualizzare che solo una sicura approvazione del PAT ha garantito quel progetto comprendente lo spostamento delle “case Canale” in zona di maggior sicurezza, garantendone tutti i vantaggi». «Mi si potrebbe obiettare – continua Moschini – che questa scelta è stata fatta per snellire le procedure di valutazione degli stessi strumenti urbanistici strategici. Ma a tutt’oggi è dimostrato che da quando la legge delega alle Province in materia di suddetti strumenti è entrata in vigore nessun documento urbanistico strategico è stato approvato né in copianificazione nè per iter ordinario. Pertanto è presumibile pensare che un’adozione successiva del nostro PAT, non avrebbe portato all’approvazione dello stesso e di conseguenza non saremmo pronti a vedere partire i lavori del progetto esecutivo del bacino d’invaso».

Il Consiglio Comunale si è tenuto a seguito dell’incontro sullo stato dei lavori e dei contributi con i sindaci veneti più colpiti e il commissario straordinario per l’emergenza alluvione, Perla Stancari, e l’ottenimento del via libera della Corte dei Conti che ha sancito la copertura finanziaria anche per il bacino di laminazione di Caldogno. Oltre 3 milioni di cubi di acqua, per un’area grande circa 110 ettari di terreno e per un costo stimato attorno ai 45 milioni di euro, di cui circa 25 milioni erano già coperti da fondi statali e regionali, e lo sblocco di altri 19,5 milioni di euro, grazie al timbro della Corte dei Conti, consentirà di arrivare al totale dell’opera e poter avviare i bandi di gara: questi sono i numeri dell’opera considerata fondamentale per il preservamento della zona e della città di Vicenza da futuri allagamenti.

Grazie al timbro della Corte dei Conti, saranno finanziate anche le indennità di esproprio, in particolare quelle per i signori Canale, le cui tre case rurali e la stalla in Via Vegre dovranno essere spostate in un altro terreno.

 

 

 

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