L’ex asilo è dietro la Chiesa di Forni. 250 persone, forse di più. Neppure alla messa di Natale qui c’è mai stata tutta questa gente. A radunarli, venerdì scorso, l’infaticabile comitato No Valdastico Nord, che oramai sta battendo ogni angolo di valle per spiegare le ragioni del No all’autostrada. A loro si sono aggiunti quelli del nutrito gruppo di Casale, insorti dopo il nuovo tracciato che sacrifica e devasta il paese di Cogollo del Cengio.Non serate una uguale all’altra però. Ieri sera, a dare man forte al comitato al tavolo dei relatori ci sono sindaco e vicesindaco di BesenelloCristianComperini e Roberta Rosi, ed geologo Dario Zampieri del dipartimento di geoscienze dell’ateneo patavino.

E’ soprattutto l’intervento di quest’ultimo ad ipnotizzare la platea. Con puntiglio accademico spiega i dettagli di una relazione geologica sulla frana della “Marogna”. La frana è all’altezza di Casotto, E’ frana antica, che qui tutti conoscono, generata da un terremoto avvenuto nove secoli fa, addirittura nel 1117.

I tempi geologici si sa non sono quelli umani ed oggi, la frana, è purtroppo ancora attiva. Lo dimostrano senza ombra di dubbio numerose foto di crepe, sgretolamenti, masse di roccia di migliaia di metri cubi in equilibrio precario, attaccate ancora alla montagna forse con solo qualche bava di ragno.

La realtà è inquietante: proprio sopra il sito dove è stato previsto lo svincolo di Pedemonte e un’area di servizio c’è quindi una frana attiva stimata nell’ordine di 5- 6 milioni di metri cubi. Nel 2013 cade il 50° anniversario della frana del Vajont. Zampieri ne sta ipotizzando un’altra nella Valdastico. Certo moltissime le differenze: la frana del Vajont fu di 270 milioni di metri cubi ma qui precisa Zampieri “la frana cadrebbe in una valle 10 volte più piccola, riempiendola”.

Tuttavia il geologo Zampieri non ci sta a farsi bollare come Cassandra e sottolinea: “Ciò che io sostengo non è una previsione ma uno scenario. Purtroppo nessuno scienziato può prevedere esattamente quando la frana cadrà. Tuttavia continua, non dobbiamo sottovalutare che i cambiamenti climatici con l’estremizzazione del clima ( inverni più miti, piogge più intense e concentrate in pochi periodi) potrebbero essere fenomeni favorevoli ad un’accelerazione dell’evoluzione di alcune frane.

Ma come mai la società Brescia Padova nel progetto non ha tenuto conto di questa frana progettandoci sotto uno svincolo e un autogrill?

Semplice, spiega Zampieri ” perché nel documento del PAI ( Piano di Assetto idrogeologico) aggiornato al 2007 ” la frana della Marogna non è segnalata!

Errore? Dimenticanza? Casualità? Difficile crederci data la notorietà del sito geologico visto che ciò ha permesso la presentazione del progetto dell’autostrada.

A coda dell’intervento del geologo “l’arringa” della documentatissima vicesindaco di Besenello Roberta Rosi che ha fatto una rapida rassegna dei fatti burocratici della vicenda A31. Ultimo in ordine di tempo il ricorso fatto dal presidente della società Brescia Padova Attilio Schneck contro la provincia di Trento colpevole, a suo dire, con il suo “no” illegittimo, di aver provocato dei danni alla società autostradale. Un atto definito dal il sindaco Comperini arrogante ma che comunque non scoraggerà le amministrazioni comunali trentine che “non si arrenderanno mai”. I due amministratori catturano l’attenzione della platea, convincendo con argomentazioni di chi certamente è preparato e con il garbo, che piace alla gente comune, stufa delle solite manfrine di chi non vuole capire che il popolo è pieno di teste che ragionano. Gli applausi ne sono la conferma.

A termine delle relazioni, sebbene l’ora tarda, sala ancora gremita anche se imbarazzante ed eloquente assenza di gran parte dei sindaci vicentini della vallata. Presente però il sindaco di Posina Andrea Cecchellero, spettatore attento ed il  vicesindaco di Cogollo Andrea Zordan, che spiega l’assenza del primo cittadino Riccardo Calgaro, lamentatosi di un invito giunto all’ultimo minuto. Infine, un fumoso intervento del sindaco di Valdastico Alberto Toldo, arrivato alle ultime battute.

Toldo, in passato fortemente critico nei confronti delle tesi del geologo Zampieri, con poca convinzione invita i relatori ad un tavolo ( di birreria!) per un confronto ed i cittadini e darsi da fare, a fianco dei sindaci, per perorare la difesa della valle.

Qualcuno però lo zittisce annoiato…

Altro che autostrada! Dalle nostre parti deve ancora farne di strada la politica per riavvicinarsi alla gente.

Alberto Brazzale

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