Il progetto di finanza dell’ospedale di Santorso nel mirino della Corte dei Conti. La magistratura contabile «ci ha chiesto un’integrazione dell’esposto sui costi del progetto già presentato in passato» spiega Pietro Veronese, dell’associazione altovicentina “Communitas”. E stamattina il documento è stato depositato a Venezia: a dare manforte e solidarietà a Communitas c’erano esponenti vicentini del Movimento 5 Stelle, in particolare il senatore Enrico Cappelletti, ma il documento presentato è stato sottoscritto anche da una trentina di amministratori locali, tra cui un sindaco altovicentino. Quello firmato dall’Ulss 4 con la cordata di privati Summano Sanità secondo Cappelletti è «un contratto in cui manca il rischio d’impresa per i privati» e con «un’eccessiva remunerazione. Siamo alle solite: privatizzare gli utili e statalizzare le perdite» attacca il parlamentare grillino.

 

Oggetto dell’integrazione all’esposto già presentato è in particolare il meccanismo di rivalutazione annua del complesso degli oneri che l’Ulss paga a Summano Sanità ogni anno. Secondo lo studio se nel 2007 la somma versata dall’azienda sanitaria era pari a circa 31,7 milioni di euro, nel 2012 la somma che l’azienda ha dichiarato di versare era già salita a 37,6 milioni. Questo perché la rivalutazione si basa sul “Nic”, indice fissato dall’Istat su base annua in base a un ampio paniere di beni che nell’ultimo decennio si è aggirato mediamente sui due punti percentuali annui. Lo studio si conclude con un allarme per le possibili conseguenze della rivalutazione: secondo Communitas nei 24 anni della gestione dei privati potrebbe portare a un dissesto delle casse dell’Ulss.

E intanto è fitto mistero sull’identità degli amministratori firmatari di un documento, che potrebbe creare un vero e proprio terremoto giudiziario. Il primo cittadino non vuole che si conosca la propria identità così come gli assessori. Questo la dice lunga su una vicenda in cui emerge una sorta di omertà da parte di chi preferisce non esporsi, sebbene abbia ben intuito e compreso l’affare-ospedale nuovo, inaugurato venerdì scorso alla presenza di autorità politiche che non hanno fatto altro che parlare di una struttura d’eccellenza, che guai a criticare. Il minimo che può capitarti è beccarti un’accusa di ‘cialtrone’ dal presidente della Regione Luca Zaia, che ha dichiarato che il project dell’ospedale di Santorso è stato ‘fatto con oculatezza’, quindi non verrà rinegoziato. Altro mistero fitto è quello sui contenuti di un project, che qualche sindaco ha dichiarato di avere tra le mani, salvo poi scoprire che manca di allegati e clausole. Alla faccia della parola trasparenza, che nella vicenda ospedale proprio non dovrebbe essere nominata. Per rispetto di quei cittadini che pagano fior di tasse, che per farlo non arrivano a fine mese e pagano amministratori, che sembrano non ribellarsi più. E se qualche mosca bianca, come il sindaco che ha avuto il coraggio di firmare il documento depositato stamani alla Corte dei Conti di Venezia, il coraggio lo trova, chiede che il suo nome non venga fatto. E non certamente perchè sa di aver fatto cosa sbagliata, ma forse per paura di uscire dal coro dei colleghi che in nome della politica e della poltrona quel documento non lo hanno voluto firmare.

Stamattina, Orazio Comberlato, consigliere comunale era con Veronese e company per appoggiarlo in una battaglia che il Movimento 5 Stelle sta sposando e vuole portare avanti. ‘Il coraggio della denuncia ce l’abbiamo eccome – ha detto al telefono stamani – siamo gli unici thienesi che si stanno esponendo con faccia, nomi e fatti. Lo avevamo promesso in campagna elettorale che ci saremmo occupati dell’ospedale di Santorso, dove si recano anche i nostri elettori, che meritano che la magistratura faccia piena luce su un affare che costerà un indebitamento che inevitabilmente si tradurrà in una perdita di qualità dei servizi. Andremo avanti per la nostra strada’.

di redazione Thiene on line

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