E’ una situazione intollerabile se si pensa agli anziani, in particolare quelli soli, e alle famiglie con persone fragili o disabili.

‘Le medicine di gruppo integrate: un’eccellenza del distretto 2 che va tutelata e valorizzata investendo sulle figure di supporto (assistenti di studio e infermieri) e evitando di accentrare troppi medici nelle Case di Comunità’.

Era presente anche il consigliere Giacomo Possamai, che in regione battaglia quotidianamente per la difesa della sanità pubblica e che ha proposto una riforma fatta di investimenti seri per puntare sulle medicine di base , ieri sera, al Rustico Pettinà di Schio.

Il Pd ha affrontato il gravissimo problema dei medici di base, che mancano lasciando scoperte intere comunità. Uno scenario futuro per niente confortante, dato che secondo  la denuncia della Fimmg , ci sarà il pensionamento di 375 professionisti con mezzo milione di veneti, che rimarranno  orfani di medico di base.

Gino Ferraresso, Dipartimento Welfare Spi Cgil Veneto, ha evidenziato che la qualità dell’assistenza, i servizi a disposizione e l’orario di apertura della Medicina di Gruppo integrata non hanno confronti con quelli assicurati dall’ambulatorio del singolo medico. Ne beneficia sia l’Ulss che il cittadino. Per esempio diminuiscono gli accessi impropri al pronto soccorso e si pagano meno ticket. Ma anche lui evidenzia la carenza di medici che non è solo una prospettiva futura, ma per molti è già una realtà: nell’arco di 2 anni nell’Ulss 7 ci sono 15 MMG in meno (ovvero circa 15.000 persone senza medico). È sempre difficile avere i dati dalla Regione e i più aggiornati risalgono al 2018: c’erano 162.190 assistiti nel distretto 2 con 119 medici di cui 83 organizzati in Medicine di gruppo integrate (con personale infermieristico di supporto) e 19 in Medicine di gruppo semplici (con servizio di call center in comune), per cui l’86,5% dei medici nel distretto 2 era già associato. Una particolarità di questo territorio che va tutelata e non snaturata.

“Il Pd  da mesi chiede una riforma con investimenti mirati e sostanziosi da parte della regione ed un progetto che deve riconoscere un ruolo da protagonisti alle categorie degli operatori sanitari. Servono soldi  per dotare di personale amministrativo i medici che, per la metà dei casi, si trovano ad operare da soli.  – ha detto Possamai, che sta battendo i pugni in regione con i colleghi dem – Serve spingere verso le medicine di gruppo integrate”.

Oltre ad affrontare il problema dei medici di base, che ha raggiunto Schio, dopo aver colpito al cuore la Valle dell’Astico, dove la situazione è drammatica, si è affrontato anche il problema dei call center, con la denuncia di Giulia Andrian capogruppo in consiglio comunale del Pd. La consigliera  si è fatta portavoce del malessere di cittadini, costretti a trascorrere anche ore intere al telefono per poter raggiungere il medico di famiglia. Un’odissea che molti abitanti dell’Altovicentino possono testimoniare.

“Il sistema sanitario del Veneto non è in grado di garantire un’adeguata assistenza sanitaria ad una popolazione sempre più bisognosa di cure”, ha detto Giulia Andrian, che ha voluto fortemente il convegno su un tema fondamentale per la qualità della vita di ognuno di noi. All’incontro molto partecipato  era presente, tra gli altri, anche il presidente della conferenza dei sindaci del distretto 2 dell’Ulss 7 Franco Balzi. Quest’ultimo ha ricordato come nel territorio del distretto 2 (ex-ulss 7) ci sia un’eccellenza che la distingue dal resto della regione: proprio la diffusione della Medicina di gruppo integrata (ben 10 sulle 70 presenti in Veneto). Ma dei 119 medici del distretto 2, ne andranno a breve in pensione 40 e non tutti verranno sostituiti. Per cui è richiesto un ulteriore sforzo: è necessario ripensare insieme (ULSS, amministratori e medici) ad un’organizzazione che possa affrontare questi imminenti cambiamenti.

di Redazione AltovicentinOnline

 

 

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