‘Non appoggio Tomasi! Al momento non c’è nessun motivo per poterlo fare. I soliti nomi e lo stesso metodo. Nessun cambiamento. Solo una grande, determinata e irresponsabile voglia di continuità. Di positivo ho visto solo un allineamento del suo programma al nostro, ma non basta. Bisogna dare risposte concrete alla città’.

 

Sono le parole con cui Vanni Potente, candidato sconfitto alle primarie del week end scorso, commenta il ballottaggio tra Dario Tomasi e Mario Benvenuti. Una frase che campeggia sul suo profilo facebook da un paio di giorni e che ha scatenato decine di commenti.  A chi l’ha letta è venuto spontaneo sorridere sarcasticamente perché quella presa di posizione un po’ forte sembra essere tipica di chi non riesce a reggere il ko. Ma sa anche di contraddizione perché sin dal momento della presentazione dei sette candidati che avevano deciso di mettersi in gioco con le primarie del centro sinistra, con tanto di microfono in mano, gli sfidanti avevano sottoscritto un patto di collaborazione, di reciproco sostegno per un programma costruito con l’accordo di tutti e sette. Quel manifesto era alla base della coalizione. Ora Potente si dissocia da quello che ha sposato, definendo addirittura ‘irresponsabili’ le proposte di Tomasi, che, basta leggerle, coincidono perfettamente con quelle del manifesto. In una parola, un tradimento. E già comincia a girare in rete una mail di convocazione per  una riunione, con cui si preannuncia la nascita di una lista civica fuori dal patto, fuori dall’alleanza, fuori dagli accordi da lui firmati.

A Potente il merito di aver conquistato platee desiderose di parole nuove e di progetti. Lui ha giocato da outsider, come ‘nuovo’ della macchina amministrativa: lì ha conquistato i suoi consensi, i suoi 389 voti. Benvenuti (assessore con una delega importante come il Bilancio) e Tomasi (presidente del Consiglio comunale scledense) hanno giocato invece sulla loro esperienza, sulla loro notorietà. E il voto degli scledensi li ha premiati. Forse, sull’esito delle primarie, può aver inciso anche il nutrito curriculum di Potente, che sebbene una stampa poco maliziosa lo abbia omesso, è un baby pensionato, in quiescenza dal 1991 (quando aveva 41 anni) dopo vent’anni trascorsi a fare l’insegnante. O i numerosi incarichi come consulente in varie aziende elencati nella sua scheda personale. Nulla di illecito o che Potente non si sia meritato, sia chiaro. Ma oggigiorno un elettore costretto a vivere in situazioni di difficoltà economica potrebbe non vedere di buon occhio un simile accentramento di ruoli.

Mario Benvenuti e Dario Tomasi intanto, hanno fatto sapere che tutti i residenti a Schio, domenica prossima, potranno partecipare al voto nei nove seggi dislocati in città. I due contendenti sottolineano: ‘Non esiste alcun accordo politico che possa dividere le forze della coalizione’.

di Natalia Bandiera

 

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