Si temevano disordini ieri pomeriggio a Schio per l’annuale commemorazione delle vittime dell’Eccidio avvenuto nella notte tra il 6 ed il 7 luglio 1945, balzato agli onori della cronaca nazionale grazie al ‘caso Teppa’, il partigiano Valentino Bortoloso condannato tra gli autori del massacro e da poco insignito dalla medaglia al valore partigiano.

 

Ed invece non solo il rito religioso all’interno del Duomo si è svolto senza contestazioni ma anche il corteo degli attivisti di destra organizzato in ricordo delle vittime si è tenuto in rispettoso silenzio e senza provocazioni da parte di gruppi politici avversi.

 

Una cerimonia che invece in passato aveva offerto momenti di tensione per le diverse posizioni tra revisionisti e antifascisti, ma che dal 17 maggio 2005 ha ufficializzato nella ‘dichiarazione sui valori della concordia civica’, firmata dall’allora sindaco di Schio Luigi Dalla Via, dai rappresentanti del ‘comitato familiari delle vittime dell’Eccidio di Schio’ ed dalle associazioni partigiane A.n.p.i. ed A.v.i., un punto di incontro definitivo tra i discendenti di vittime e carnefici.

corteo eccidio schio 7 luglio 2016 2

 

‘La nostra comunità di Schio – ha sottolineato infatti dal pulpito Don Bruno Stenco – è stata provata da lacerazioni e violenza, ma la riconciliazione è l’unica strada praticabile. Non si può, come tanti chiedono adesso, metterci una pietra sopra, non si può lasciare nel dolore privato quello che è scomodo del proprio passato. Abbiamo fame e sete di giustizia, e lo richiediamo pubblicamente, ma senza l’esperienza del perdono la vita è vuota e sterile’.

 

Intervento commosso quello dei familiari delle vittime, i quali, prima di elencare tutti i nomi dei 54 trucidati, hanno invocato nelle preghiere il perdono e la pacificazione, il migliore esempio soprattutto per i giovani. ‘Desidero che ognuno di noi – ha detto Anna Vescovi – esca di qui migliore di come è entrato, credendo in un mondo migliore dove si incontreranno misericordia e verità’.

 

corteo eccidio schio 7 luglio 2016

E ‘verità’ è la parola chiave al centro della commemorazione laica del corteo che tutti gli anni depone una corona di fiori davanti alla porta delle ex carceri teatro del massacro, ora biblioteca civica, tra i quali hanno partecipato i gruppi vicentini di CasaPound, Forza Nuova e il gruppo degli attivisti di destra di Alex Cioni. ‘La pacificazione – ha detto Leonardo Sanson di Gioventù italiana – può esserci solo con la verità. Siamo qui a tener viva una verità che per troppo tempo è stata conosciuta solo a livello locale, mentre le efferatezze partigiane venivano tenute sotto silenzio’.

 

‘Un grande giorno – ha invece commentato il sindaco di Schio Valter Orsi – che poteva generare dei momenti difficili, ed invece si è rivelato un momento di forza, nel quali si sono incontrate le famiglie toccate dalla sofferenza in un sentire comune’.

 

Marta Boriero

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