Coerenza e passione, ma soprattutto voglia di dare una risposta concreta ad un territorio “in un momento di grande difficoltà, ma che proprio per questo garantisce ampio spazio di azione e moltissime opportunità”.
E’ Carlo Cunegato a volere dare una sterzata alla politica regionale del Veneto, consigliere comunale a Schio, che si è schierato come rappresentante della provincia di Vicenza a fianco di Arturo Lorenzoni nella corsa per le elezioni regionali di settembre con Il Veneto che Vogliamo, una nuova lista di civici, in cui converge gran parte della sinistra veneta.
38 anni, sposato, padre di due figli, laureato in psicologia ed insegnante, è la figura più ‘rivoluzionaria’ della politica dell’Alto Vicentino, uno dei pochi capaci di trascinare in piazza centinaia di persone per battersi per le proprie motivazioni. E’ quello che ha fatto anche per la sua presentazione, con oltre 150 persone all’anfiteatro Toaldi Capra, dove il candidato ha spiegato le ragioni per cui votarlo. “Voglio un Veneto in cui siano finalmente tutelati gli interessi di tutti i cittadini – ha esordito – Un Veneto in cui si guardi con fiducia ad un futuro solidale, verde ed equo”.
Cunegato si dice deluso dal non avere visto progressi nelle attuali politiche regionali, che a suo dire necessitano di una ventata di novità. “Rappresento tutte le persone che non rinunciano a combattere e che vogliono cambiare la politica leghista, che governa la Regione da ormai 20 anni – ha sottolineato – Dobbiamo decostruire la propaganda autocelebrativa della Lega, il Veneto non è il migliore dei mondi, noi veneti meritiamo molto di più”.
Sanità, infrastrutture, mobilità sostenibile ambiente. Parte da queste basi il progetto di Cunegato, con una Sanità che deve a tutti costi rimanere pubblica e funzionale e garantire i servizi di cui il territorio ha bisogno.
“La sanità veneta sta seguendo il modello di quella lombarda e di questo passo andiamo verso la privatizzazione – ha spiegato – Il project financing dell’ospedale di Santorso è da ricontrattare. Per 54 milioni ricevuti dai privati ne restituiamo 11 milioni l’anno per 24 anni. Il Csm di Schio è stato chiuso e mai più riaperto, togliendo servizi a chi più ne ha bisogno”. Per quanto riguarda il clima e l’ambiente, Cunegato è assolutamente contro la visione del carroccio “che nega l’emergenza climatica così da non dover cambiare il suo programma di sviluppo. La cementificazione è esagerata e dobbiamo cominciare a fare opere pubbliche solo se fondamentali. La Valdastico sud ad esempio non lo era, visto che conta 9mila veicoli al giorno quando, solo a Santorso, se ne contano 14mila”.
E poi c’è la Pedemontana, “con il costo iniziale di 3 miliardi balzato a 12 poiché la Regione aveva sbagliato i conti e fornito dati non corretti in merito al traffico”.
Cunegato punta il faro su regioni ritenute più capaci e attraenti, con la Lombardia e l’Emilia Romagna, “dove le infrastrutture e il trasporto pubblico sono più funzionali. Ogni anno il Veneto perde l’8% dei lavoratori formati, mentre in Emilia e Lombardia il saldo è positivo. Serve parità di stipendio tra uomini e donne e asili per dare una mano nella gestione dei bambini. In veneto è previsto che perderemo 500mila persone in 30 anni. Questo è il momento dell’opportunità – ha concluso Cunegato – Il Veneto che Vogliamo ha messo insieme per la prima volta le liste civiche della nostra regione. Grazie a questo lavoro Arturo Lorenzoni è riuscito a diventare il candidato di tutto il centrosinistra. Possiamo finalmente costruire un progetto di regione radicalmente alternativa a quella di Zaia, una regione basata sulla sanità pubblica, la sostenibilità ambientale e la lotta alle diseguaglianze”.
Anna Bianchini