“E’ tempo di far emergere il bene comune, al di là dei colori politici e i cittadini non devono aspettare che le cose cadano dall’alto, devono darsi da fare”.

Una lezione di senso civico, di capacità di spogliarsi delle bandiere che indicano connotazioni di partito in nome della res pubblica, è arrivata mercoledì sera da Valter Orsi, sindaco di Schio, che non ha esitato a strigliare i suoi cittadini che (a volte) chiedono senza sapere.

“Dovete informarvi”, ha detto senza mezzi termini il primo cittadino.

L’argomento era specifico (il referendum del 22 ottobre per l’autonomia del Veneto), ma Orsi ha ampliato il concetto, perché i tempi non permettono più di perdere tempo.

“Se voi non avete coscienza di quello che succede intorno a voi non siete cittadini – ha spiegato Orsi senza usare slogan popolari, ma con tono misurato e proprio per questo più incisivo – Non potete chiedere servizi e poi non essere informati. Non dovete aspettarvi che le cose cadano dall’alto, dovete essere cittadini attivi”.

Orsi ha tirato le somme di una serata volta a spiegare le ragioni del ‘Sì’ al referendum, rivolgendosi direttamente ai ‘suoi’ scledensi, chiamati in causa per dare un segnale di esistenza vera, di voglia di fare e non di semplice capacità di sbraitare dietro lo schermo del computer per poi fare la parte dei codardi nella vita reale.IMG_2441

E la ‘chiamata’ è stata diretta anche all’opposizione scledense e ai rappresentanti politici che stanno più ‘in alto’, che sembrano sempre più impegnati a urlarsi contro piuttosto che a trovare soluzioni ai tanti problemi e lavorare insieme per la costruzione di un territorio migliore.

“Per quanto riguarda il referendum – ha continuato Valter Orsi – spero che i veneti non si dividano ancora prima di aver ottenuto il risultato. In Sicilia ottengono tanto, perché quando è il momento di chiedere, si spogliano dei colori politici e si uniscono per battersi insieme. Una volta raggiunto l’obiettivo, ognuno torna al suo posta e torna ad indossare i suoi ‘colori’. Bisogna capire che per i servizi e per le infrastrutture servono soldi. Se crolla un ponte o il tetto di una scuola, non ci finiscono sotto solo i figli dei leghisti o dei democratici, ci muoiono sotto tutti.

E’ tempo di far emergere il bene comune, di lavorare per il territorio e se serve si deve andare anche in piazza – ha concluso – E’ tempo di recuperare il senso civico e darsi da fare tutti insieme per il bene comune”.

Anna Bianchini

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