“Siamo qua per ricordare che dopo 150 anni siamo ancora Veneti” queste le parole di Stefano Rizzo che hanno accompagnato la deposizione della corona di fiori  ai piedi del Leone San Marco in piazza Scarcerle a Thiene.

Si sono dati appuntamento alle 9.30 vari gruppi di indipendentisti Veneti, in una manifestazione tranquilla, a 150 anni esatti da quello che considerano un ‘plebiscito truffa’ con le votazioni del 21 e il 22 ottobre del 1866, che decretò l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, scippandolo della propria indipendenza.

“Dobbiamo aprire gli occhi – continua Rizzo che, per onor di cronaca ha tenuto il suo discorso interamente in lingua veneta – La nostra storia ci è stata nascosta, deve tornare accessibile a tutti, anche i nostri giovani devono avere la possibilità di conoscerla”. Reclama la sua autonomia e autodeterminazione questo Popolo Veneto: “I Veneti di oggi non sono più i Veneti di una volta – spiega Ivan Carollo, fondatore di tre importanti partiti veneti – Ma non siamo mai diventati italiani”.  Discorso che alla fine è stato sottolineato da 150 secondi di silenzio, rotto alla fine dal grido di “Viva San Marco”.

Si è svolto così a Thiene l’omaggio al Leone di San Marco, simbolo della Repubblica Serenissima di Venezia, ancora presente in molte cittadine venete nonostante la strage della campagna napoleonica. Il Leone che svetta in piazza Scarcerle fu infatti messo nel 1949 per ricordare che Thiene fa parte della Terra Veneta.

“Una storia millenaria quella della Serenissima Repubblica di Venezia – dichiara Marco Busato di Siamo Veneto Indipendenza – La storia più longeva che purtroppo nelle scuole viene ignorata”. Mentre alle sue spalle riecheggia ancora il grido di “par tera- par mar -san marco” (per terra, per mare , san marco) Busato lamenta di come in questi 150 il Veneto e i suoi abitanti siano stati calpestati: “Dall’annessione al Regno d’Italia il Veneto è stato considerato alla stregua di una colonia, dove spremere ed attingere – continua Busato – Hanno tentanto di sradicare l’identità veneta, ma ad oggi l’85% delle persone non considerano l’italiano la lingua ufficiale: parlano il veneto, la nostra unica e sola lingua. Il DNA Veneto è forte e non è modificabile”.

Paola Viero

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