Che ruolo giocano le donne nella vita quotidiana? Di primo piano, fondamentale si può dire. Quali misure si devono mettere in campo a sostegno delle famiglie? Le più elevate possibili, perché da qui parte tutto, parte la costruzione della dell’Italia attuale e, soprattutto, futura. Sono i punti-chiave dell’intervento del sindaco Pd di Firenze, Dario Nardella, giunto venerdì in biblioteca a Thiene per supportare la candidatura a sindaco di Giampi Michelusi.

Una serata, in cui al centro della discussione c’è stata proprio la donna, elemento cardine di una società dove si fanno sempre meno figli – i dati Istat sulla penisola sono allarmanti e per la prima volta nel 2021 si è andati sotto le 400 mila unità – e l’esperienza di Nardella a Firenze può essere una base da cui partire. Accompagnato dal consigliere veneto del Pd, Giacomo Possamai e pungolato dalle donne in sala, Nardella parte subito all’attacco, mettendo sul tavolo le sue proposte: leggi e supporti economici da una parte, fiducia dall’altra. «In Francia, Svezia e Finlandia» spiega il sindaco fiorentino «c’è un sostegno molto forte alle donne. Ci sono leggi e supporti economici, appunto, mentre qui si parla di bonus, quando la parola stessa significa “un qualcosa di eccezionale”. Invece servono provvedimenti strutturali. E poi la fiducia, che manca ai giovani. Nel secondo dopoguerra, c’era un alto tasso di natalità, ora gli stipendi sono bassi, i canoni d’affitto parecchio alti. Si deve unire la fiducia agli strumenti economici e legislativi».

Nardella sprona il Pd a essere parte attiva di questa temi a partire dai territori e racconta l’esperienza di Firenze. «Siamo l’unico partito in Italia» spiega «che ne parla. E serve una sfida trasversale. La natalità è il primo problema del paese. Si deve ridare centralità alla scuola. Da noi, c’è un tavolo permanente con le realtà economiche e assegniamo un “bollino rosa” a quegli imprenditori che abbiano investito sulle donne e sui nidi aziendali. Abbiamo stipulato delle convenzioni. Entro il 2023, azzereremo le liste d’attesa negli asili, a breve costruiremo tre nuove strutture e nelle materne comunali non si paga la retta. Inoltre è stato creato un fondo per le famiglie con disabili. Per noi, questi aspetti sono fondamentali, un sindaco deve fare delle scelte». E qui Possamai parla di una «Regione Veneto assente, dove c’è uno spazio libero per poter parlare di questi temi alla gente, con i Comuni che possono fare la loro parte». Poi Nardella non risparmia critiche al centrodestra e alla sua politica sanitaria. «Prima del Covid» attacca «si parlava del modello lombardo, di quello veneto. Invece è crollato. Il sistema dev’essere pubblico, vicino al cittadino. Anzi, le politiche sociali, devono andare a braccetto con quelle sanitarie. Ma la gestione deve partire dal territorio. Il presidente del Veneto Luca Zaia dialoga con i sindaci? Lo fa in modo costante? Perché dovrebbe sentirli una volta al mese per tutto l’anno».

Pure sull’accoglienza, Nardella bacchetta il centrodestra. «Non si fanno più figli» aggiunge «e l’immigrato può diventare una risorsa. È una grande sfida sociale ed economica, perché altrimenti il Paese non resta in piedi. La Germania è avanti anni luce rispetto a noi, che avevamo un buon impianto di accoglienza con lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che Matteo Salvini, da ministro dell’Interno, ha tolto. Lo stesso ha fatto per altri modelli funzionanti. Piuttosto, chiediamo al governo di mettere più risorse per l’accoglienza». Insomma, l’agenda è già stata tracciata.

Alessandro Ragazzo

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