La stipsi cronica è una problematica molto diffusa nella popolazione sia pediatrica che adulta, ma sono pochi i pazienti che si rivolgono al proprio medico per risolverla. Spesso si ricorre a cure fai da te, ad esempio con lassativi o con prodotti di erboristeria. La stipsi cronica però è un problema da non trascurare perché può avere ripercussioni sulla qualità di vita e sulla percezione del proprio stato di salute. Abbiamo rivolto alcune domande al professor Luigi Benini, Gastroenterologo.

Dottore, cosa si intende per stipsi cronica?

Con stipsi cronica si intende una riduzione, persistente nel tempo, del numero delle evacuazioni a meno di due ogni settimana, a meno che non si ricorra a lassativi; oppure l’associazione di almeno due delle seguenti situazioni:

• frequenza inferiore a 3 evacuazioni a settimana (senza lassativi);
• eccessivo sforzo alla defecazione;
• sensazione di incompleta evacuazione;
• feci dure o “caprine”.

Esistono diverse tipologie di stipsi cronica?

Sì, a seconda delle caratteristiche cliniche e di quanto emerge dalle indagini diagnostiche quando ritenute necessarie, la stipsi cronica può essere distinta in tre tipologie:

• da dissinergia addominopelvica;
• da ridotta sensibilità rettale;
• da rallentato transito.

La più frequente è la stipsi da dissinergia addominopelvica, ovvero da mancata coordinazione tra la contrazione dei muscoli della parete addominale e il rilasciamento del muscolo puborettale. Questo muscolo, che sostiene il pavimento pelvico, in condizioni normali è contratto per impedire una perdita inavvertita di feci, deve rilassarsi per permettere una corretta evacuazione.

Quali sono i soggetti più a rischio?

Bisogna specificare che la stipsi non è una malattia, ma un sintomo.
Quando è causata da altre patologie viene chiamata stipsi secondaria. Pazienti con malattie metaboliche (diabete mellito), endocrine (quale l’ipotiroidismo), neurologiche, o che fanno uso abituale di farmaci (analgesici, antiacidi, anestetici, antidepressivi, diuretici) sono a rischio molto elevato di stipsi anche severa.
Più frequente è però la cosiddetta stipsi primaria, che si presenta cioè in persone senza altre malattie o farmaci che la spieghino. Questa stipsi è più frequente in persone anziane, di sesso femminile, e con ridotta attività fisica.

Quali sono gli errori più comuni?

Molte volte i pazienti affetti da stipsi cronica non si rivolgono al proprio medico, optando per cure fai da te. Molto comune è la credenza che i lassativi da erboristeria, in quanto “naturali”, siano privi di effetti collaterali, senza considerare che gran parte dei lassativi “ufficiali” sono proprio di derivazione vegetale. L’assunzione abituale e continuativa di lassativi da banco può causare dipendenza e a volte essere controproducente, andando a peggiorare il sintomo.
E’ poi molto diffusa la credenza che possa essere d’aiuto il bere elevate quantità di acqua, mentre questo fa solo aumentare la diuresi.

Cosa fare per risolvere il problema?

È molto importante consultare quanto prima uno specialista per identificare tempestivamente la tipologia di stipsi. Successivamente il medico sarà in grado di indicare l’iter terapeutico più idoneo.
Il primo passo, comune a tutti i pazienti, dovrebbe comunque sempre essere di tipo educazionale. Il medico devo informare ed educare il paziente circa il ruolo di una dieta equilibrata e di adeguata attività fisica. In generale risulta fondamentale l’introduzione di una maggiore quantità di fibre vegetali.

Presso il nostro centro di Thiene è a disposizione l’ambulatorio di GASTROENTEROLOGIA.
E’ possibile fissare ogni giorno un consulto con il medico gastroenterologo.

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