I danni che la civiltà umana sta causando all’ambiente sono inevitabili o “irreversibili”: lo certifica uno studio delle Nazioni Unite, secondo cui le emissioni di gas serra nell’ambiente, se continueranno con questi ritmi, porteranno le temperature ad aumentare di 1,5°C entro i prossimi dieci anni, superando la soglia definita “di non ritorno”. Il riscaldamento terrestre è destinato inoltre a provocare un innalzamento di circa due metri del livello dei mari entro la fine di questo secolo, un processo che “non potrà essere invertito”.

Secondo gli esperti, l’unica speranza per evitare o mitigare gli effetti del riscaldamento climatico è una riduzione immediata e consistente delle emissioni di CO2 nell’atmosfera.

Lo studio è stato realizzato dall’International Panel on Climate Change (Ipcc), tra i più autorevoli organismi internazionali del settore, e si tratta del primo studio organico, con dati completamente aggiornati, che viene condotto dal 2013. L’obiettivo di questo testo di 42 pagine è fornire informazioni pratiche ai leader di stato e di governo che si incontreranno a settembre a Glasgow per la Cop26, la Conferenza sul Clima internazionale lanciata su iniziativa delle Nazioni Unite, di cui l’Italia detiene la co-presidenza assieme al Regno Unito.

Commentando i risultati di questo lavoro, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha avvertito che il genere umano è “in codice rosso”, quindi ha aggiunto: “Se adesso uniamo le forze, possiamo invertire la catastrofe climatica. Ma, come il report di oggi chiarisce molto bene, non c’è tempo per ulteriori ritardi ne’ scuse. Conto sui leader di governo e su tutti gli attori coinvolti affinché si impegnino a rendere la Cop26 un successo”

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