Dopo un negoziato durato due anni, il Consiglio intergovernativo dell’Unesco ha iscritto il territorio del Monte Grappa nella Lista delle Riserve di Biosfera Mab Unesco.
“ Il Monte Grappa e tutto il Veneto hanno ricevuto un riconoscimento prestigioso che premia le qualità del territorio nella relazione tra uomo e natura, confermando come, qui e in tutta la regione, il rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema vada di pari passo ed in coerenza con lo sviluppo dell’attività umana – ha commentato con soddisfazione Luca Zaia, presidente del Veneto – Ancora una volta il Veneto è in prima fila con le sue eccellenze alle quali si aggiunge un altro prestigioso riconoscimento da parte dell’Unesco – sottolinea il Presidente – per una parte di territorio veneto che racchiude bellezza, storia, unicità, sostenibilità. Da questo punto di vista il Veneto è uno scrigno che passo dopo passo, sta ricevendo il giusto riconoscimento”.
I lavori del Consiglio intergovernativo del Programma Mab Unesco sono iniziati lunedì 13 e proseguiranno per tutta la settimana. La delegazione italiana, guidata dal Professor Pier Luigi Petrillo, presidente del comitato tecnico nazionale Mab Unesco, con la presenza dell’ambasciatore italiano all’Unesco Massimo Riccardo, al momento della proclamazione ha espresso viva soddisfazione per questo riconoscimento che conferma che è possibile e doveroso assicurare il benessere delle comunità e lo sviluppo economico attraverso la preservazione dei valori ecosistemi.

“Si tratta di un’altra grande soddisfazione per il Veneto – ha commentato Federico Caner, assessore regionale al Turismo e all’Agricoltura – Un’occasione straordinaria per la nostra terra, che allunga così la lista dei suoi titoli e riconoscimenti e si presenta al mondo intero con un biglietto da visita importantissimo, soprattutto in chiave turistica”.

“Questo riconoscimento, rispetto agli altri titoli Unesco, si contraddistingue anche per il valore della sostenibilità che veicola – riferisce l’assessore presente alla cerimonia che si è tenuta alla Fornace di Asolo e dove ha assistito al collegamento con il Consiglio internazionale di coordinamento MAB in diretta dalla Nigeria -. Ma al di là dei titoli va sottolineato il valore intrinseco di questo sito, che esprime il rapporto equilibrato tra uomo e ambiente, attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche legate allo sviluppo sostenibile”.

“Il merito di questo risultato è, dunque, frutto del lavoro di squadra e di un territorio unito – conclude l’assessore regionale –. I sindaci, in questa partita, dovranno continuare ad essere dei mediatori tra due diverse realtà: l’ecosistema ambientale e il mondo agricolo, per favorire e costruire relazioni solide tra questi due mondi nel pieno coinvolgimento delle comunità locali. Il mondo delle istituzioni deve favorire questi legami perché, non dimentichiamoci infatti che siamo la prima regione italiana per Pil agricolo e produzione”.

Il Monte Grappa è la 20esima Riserva della Biosfera italiana Mab Unesco.
Dopo il negoziato di questi anni condotto dal professor Petrillo, il Consiglio intergovernativo del Programma MAB UNESCO si è convinto, all’unanimità, della assoluta qualità e unicità della candidatura del “Monte Grappa” giungendo a sottolineare, nella decisione finale assunta quest’oggi, come il sito del “Monte Grappa” sia un “laboratorio di idee concrete e innovative” in settori cruciali quali l’economia circolare e la mobilità sostenibile, in piena coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile della Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Per i valutatori, la nuova Riserva MAB rappresenta un “ponte bio-ecologico” tra la pianura padana e l’arco alpino sud orientale, punto di unione-divisione e, quindi, di equilibrio e scambio tra climi, ecosistemi, culture ed economie.
Le Riserve italiane iscritte alla Rete Mondiale MAB sono: Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise (1977), Circeo (1977), Miramare (1979), Cilento e Vallo di Diano (1997), Somma Vesuvio e Miglio D’Oro (1977),Ticino, Val Grande Verbano (2002, estesa nel 2018), Isole di Toscana (2003), Selve Costiere di Toscana(2004), Area della Biosfera del Monviso(2013, con la Francia dal 2014), Sila (2014), Delta del Po (2015), Alpi Ledrensi e Judicaria (2015), Collina Po (2016), Tepilora, Rio Posada e Montalbo (2017), Valle Camonica –  Alto Sebino (2018), Monte Peglia (2018), Alpi Giulie (2019), Po Grande (2019), Monte Grappa (2021), Appennino Tosco-Emiliano (2015 – estesa nel 2021).
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