“Il Pnrr potrebbe essere l’ultima occasione per valorizzare le eccellenze italiane nel campo delle biotecnologie e per renderle piu’ competitive nel contesto europeo”: lo ha affermato Riccardo Palmisano, presidente uscente di Federchimica Assobiotec, l’associazione che riunisce le imprese del settore, in occasione della giornata di riflessione e dibattito organizzata insieme a Corriere della Sera, “L’Italia del Pnrr: il ruolo delle biotecnologie”.

Italia indietro nel Biotech per attrattività e investimenti
Nel biotech l’Italia resta ancora indietro per capacita’ di attrarre fondi e investimenti pubblici e privati, rispetto agli altri paesi europei: e’ quanto emerge dai dati presentati da Stefano Ferri, dell’azienda Ey consulting, in occasione dell’evento organizzato da Federchimica Assobiotec e Corriere della Sera “L’Italia del Pnrr: il ruolo delle biotecnologie”. Il nostro Paese, viene precisato, e’ al quinto posto per numero di imprese nel campo delle biotecnologie, con 751 aziende, e al settimo posto per investimenti nel settore, con 697 milioni di euro (secondo i dati relativi al 2019).

Il confronto con la Francia, tra le nazioni europee che si comportano meglio nel biotech, rende evidente il divario e la strada ancora da percorrere: il Paese d’oltralpe ospita il piu’ alto numero di imprese di biotecnologie (1.375) ed e’ anche quello che riesce ad attrarre in misura maggiore gli investimenti da parte di privati (oltre 3 miliardi e mezzo di euro), seguita da Svizzera e Belgio.

L’Italia si comporta un po’ meglio nell’ambito degli investimenti pubblici, in cui non e’ molto distante dai Paesi migliori anche se non rientra comunque tra i primi. “I fondi del Pnrr – in questo campo – saranno una leva fondamentale”, afferma Ferri.

Nonostante i problemi riscontrati, le biotecnologie sono un settore florido e in grande crescita, anche in Italia: il mercato globale nel 2020 valeva 485 miliardi di euro e le previsioni indicano che triplichera’ entro il 2028, raggiungendo i 1.447 miliardi. La crescita sara’ guidata dall’Asia in prima battuta, ma anche dall’Europa, e i settori piu’ promettenti riguardano le terapie geniche, la diagnostica, la ricerca biomedica e l’agricoltura.

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