Ieri in Consiglio dei Ministri è stato approvato il testo della legge delega per la riforma fiscale, raccolto in dieci articoli. Verranno ritoccate tutte le principali imposte e riformata la macchina della riscossione. A impatto zero sulla pressione fiscale, secondo il Governo, ma troppe dimenticanze alimentano le incertezze.

È stato dato ampio spazio alla tanto contestata riforma del catasto, giustificata da Draghi con uno scollegamento tra la riforma delle rendite e la base imponibile della tassazione patrimoniale sugli immobili. Ma per quanto?

Anche l’iva verrà ritoccata. La speranza sarà quella di vedere ridotto il numero di aliquote e soprattutto ribassata l’aliquota più alta, oggi al 22%. Ma il vero nodo sarà la redistribuzione sui beni e servizi, con il rischio di un rialzo dei prezzi e quindi di colpire i consumi interni, motore della ripresa.

L’intervento sulle imposte sui redditi si prevede molto impattante. L’intenzione è quello di ridurre il carico sul lavoro e la pressione sui ceti medi, oggi gravati da un’aliquota al 38%, e di tassare in modo proporzionale sia l’impiego di capitale nel mercato immobiliare, sia le attività di lavoro autonomo, cui potrebbe essere applicata un’aliquota fissa sui redditi prodotti, come già avviene per le società.

Viene prevista una graduale eliminazione dell’Irap, ma è inevitabile che l’atteso superamento vada ad incidere sulle imposte sui redditi delle imprese, generandone un aumento.

Verrà completata la riforma della riscossione, con l’accentramento sull’agenzia delle entrate dell’intera fase di recupero delle imposte evase. La concentrazione di funzioni dovrebbe abbreviarne i tempi, riducendo l’annoso problema della prescrizione dei carichi a ruolo.

Molto probabilmente sparirà l’aggio, l’ulteriore balzello che il cittadino deve assommare a imposte, sanzioni ed interessi, per garantire il funzionamento della obesa macchina statale della riscossione.

Grande attenzione al contrasto all’evasione, ma assolutamente troppo poco quella dedicata alla lotta contro il sommerso, mentre in delega viene completamente dimenticato di riservare uno spazio alla riforma della giustizia tributaria, tanto necessaria quanto attesa.

F.C.

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