Chi non ha mai sentito l’espressione “spada di Damocle”? La storia di Damocle, non tutti lo sanno, ha origini siracusane…si avete capito oggi è il turno della ‘pillola storica’ ma fidatevi la storia è interessante e tutta made in Italy!
  • Ci fu un tempo in cui a Siracusa c’era un tiranno, uno dei più sanguinari, intelligenti ed empi della storia cioè una persona interessante: Dionisio il Vecchio (medico, codardo, stratega, letterato, tragediografo, una personalità complessa). Lo stesso che si serviva della grotta detta appunto ”Orecchio di Dionisio” per ascoltare i discorsi dei prigionieri.
  • In quel tempo accadde quello che oggi vivremmo come un miracolo: gli spostamenti in Sicilia erano veloci, con carri e battaglioni di cavalleria che correvano da una punta all’altra dell’isola. Si arrivava da Selinunte a Siracusa in poco tempo, nessun treno soppresso o pullman in ritardo, ma questo avveniva solo perché si doveva combattere, non certo per nobili scopi. Siracusa divenne una ricca metropoli che nemmeno New York o Londra.
  • Il giovane ambizioso Dioniso si insediò al potere e regnò dal 405 a. C. al 367 a. C. Dionisio aveva un bel caratterino – era pur sempre un tiranno, mica San Francesco – e ne inventava di ogni. Riuscì anche ad avere delle guardie del corpo inscenando una cospirazione ai suoi danni.
  • Come racconta Cicerone, Dionisio era ”di indole cattiva e ingiusta” e amava le sceneggiate modello Beautiful, alla sua corte c’era Damocle, un buon uomo che lo adulava e lo invidiava per il suo potere.Diceva sempre a Dionisio ”come sei ricco!”, ”come sei potente!”, ”nessuno è più felice di te!”, insomma, lo ricopriva di like e complimenti quasi uno stalker.Dionisio però non aveva un temperamento calmo e anzi era alquanto suscettibile – una specie di Donald Trump dell’antica Grecia -così pensò di dare a Damocle una lezione indimenticabile.
  • Lo invitò a un banchetto di corte e lo fece sedere al suo posto, sul suo scranno regale. La felicità di Damocle davanti a quel magnanimo gesto, circondato da ornamenti lussuosi, cibo di qualità e giovani bellissimi, venne subito smorzata da un fatto inaspettato: il tiranno, probabilmente annoiato, aveva posto sulla sua testa una spada. Per l’epoca era come avere una pistola puntata alle tempie, anzi forse peggio. Questa spada era inoltre tenuta su solo da un crine di cavallo, da un momento all’altro avrebbe potuto colpire il povero Damocle, che sicuramente avrà pensato ”ma chi me l’ha fatto fare? Potevo stare zitto e godermi la mia povertà”.Era tra l’altro voce diffusa che i tiranni bevessero il sangue dei loro sudditi, quindi il povero Damocle aveva ogni buon motivo per pensare al peggio, un po’ come quando il tuo partner prende il tuo smartphone e ti chiede la password.
  • Perché questa sceneggiata degna delle più crudeli tragedie greche? Ebbene, Dionisio voleva far capire a Damocle che essere regnanti non significa che tutto sia oro, vino e allegria, ma dietro c’è anche una grande responsabilità (e poi abbiamo già detto che era un tragediografo). La vita del tiranno è costantemente minacciata dai rivali, un tiranno deve essere diffidente (Dionisio aveva insegnato alle sue figlie a tagliare la barba, per non affidare la sua gola a un barbiere ).
  • La spada rappresentava la doppia faccia del potere, da un lato ”sesso, droga e rock&roll”, dall’altro agguati, tradimenti e imboscate. Insomma, non esattamente una vita invidiabile, considerando che ai tempi non esistevano le telecamere nascoste per i furti, il telefono per chiamare la polizia e, se si moriva avvelenati, non era detto che qualcuno lo avrebbe scoperto.
Ecco spiegato il significato dell’espressione ”spada di Damocle”, che indica, appunto, un pericolo che incombe incessantemente nella vita di qualcuno per qualche ragione.
Avete presente quando si avvicina fine mese e non siete proprio sicure che la carta di credito venga accettata? Ecco la sensazione è un po’ quella!
Kiss Mrs Fork
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