Non ho mai odiato un uomo a tal punto da restituirgli i gioielli ricevuti in regalo.
Zsa Zsa Gabor
Sarà passato anche qualche anno dall’antica Roma ma qualcosa mi dice che il pensiero femminile era sempre quello…
I gioielli in uso nell’antica Roma hanno visto, nel corso delle fasi dell’Impero, mutazioni nelle forme e negli stili: dapprima erano molto semplici poi i romani, forti nel luxury style, si sono ‘svegliati’ hanno dato un occhio a ciò che si faceva in oriente e i loro monili sono diventati sempre più elaborati e ricercati, più anni ottanta diciamo.
Le donne dell’antica Roma amavano i completi di preziosi, che comprendevano più di un anello, orecchini, collana e bracciali coordinati. Non disdegnavano, sottomesse ma fino a là, anche le spille, tempestate di gemme preziose.
Dal punto di vista sociale, i gioielli costituivano un elemento innovativo: le donne, che allora non avevano diritti politici, ne erano, tuttavia, le esclusive proprietarie, e potevano disporne senza dover rendere conto al proprio marito. (le prime suffraggette per capirci)
La gerarchia all’interno della società romana era molto rigida: ad esempio gli anelli, grandi e massicci, rappresentavano il principale indicatore del proprio status sociale. I senatori ed i burocrati portavano anelli d’oro, in cui era incastonata una grossa pietra preziosa. L’effetto visivo era immediato: un gioiello così importante indicava chiaramente il rango del suo possessore. (vedi calciatori…)
Ai plebei, o popolani, era invece consentito indossare unicamente anelli realizzati in ferro. Solo in occasioni particolari, essi ricevevano anelli d’oro, in virtù di meriti eccezionali dimostrati in battaglia.
A quei tempi i ‘valori’ non erano solo cose da adulti!
I bambini erano soliti indossare la cosiddetta bulla aurea, un amuleto portafortuna che si portava al collo. Maschietti e femminucce avevano al collo la bulla, che indicava la loro sacraliltà ed innocenza: chiunque avesse osato far loro del male, avrebbe affrontato la punizione estrema della morte. Solo le persone libere potevano indossala; pertanto, gli schiavi erano esclusi.
O donna, sui tuoi densi capelli
seminerò la perla, lo zaffiro e il rubino.
Charles Baudelaire
Che dire scommetterei che Baudelaire qualche avo a Roma lo ha avuto!
I Romani avevano una vera e propria adorazione per le perle. Si narra che l’imperatore Caligola le amasse talmente tanto, che fece realizzare una collana di perle da far indossare al suo cavallo. (qualche gene Paris Hilton lo ha sicuramente ereditato…)
Anche il popolo romano usava le perle per abbellire ed impreziosire le vesti in occasione di eventi importanti, quali processioni o feste. Le donne amavano indossare collane ed orecchini decorati con le perle.
I Romani apprezzavano, in particolar modo, anche l’ambra, che proveniva dai Paesi Baltici. A questo proposito, venne realizzato un percorso che serviva al suo trasporto: il punto di partenza era l’odierna città polacca di Danzica, da cui transitavano grossi quantitativi di ambra, diretti nelle parti principali dell’Impero Romano.
Nell’antica Roma era opinione comune che questa pietra fosse di rara bellezza, insieme alla convinzione che essa avesse la proprietà di curare le malattie; questo spiega, con ogni probabilità, il motivo per cui l’ambra era così diffusa in tutti gli strati sociali, anche quelli popolari.
Last but not least…
Gli smeraldi egiziani erano molto amati nella realizzazione dei gioielli, perché di bell’aspetto e di un colore meraviglioso; i preziosi più ricercati, infatti, erano quelli in cui erano incastonati perle e smeraldi insieme. Cleopatra docet!
Grazie per la fotografia a Michel Zambon
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