Lo smoking è l’abito simbolo dell’eleganza maschile ed un capo che vanta oltre 150 anni di storia… val la pena spenderci due parole!

Le prime manifestazioni di questo look immortale si potrebbero far risalire ad alcuni suoi “antenati” che, sebbene ancora molto diversi, restano storicamente degni di nota. Queste forme embrionali risalgono addirittura al 1600 (il secolo che ha visto personaggi come Michelangelo, Galileo e il Re Sole per capirci…un po’ di acqua sotto i ponti è passata).

Fu nel corso del XVII secolo che un nuovo materiale, la seta, iniziò ad essere importato massicciamente in Europa dall’India, dalla Cina e dalle Americhe e fece perdere letteralmente la testa al jet set (altro che jeans che più strappati sono più costosi sono).I socialite del tempo amavano farsi raffigurare con indosso robe de chambre di seta.

La nascita di quello che a tutti gli effetti, per design e utilizzo, può essere considerato lo smoking come lo intendiamo oggi avverrà più tardi, nella seconda metà del XIX secolo a Londra (la moda maschile è inglese su questo non ci piove), e più precisamente al numero 15 di Savile Rw, all’interno della sartoria “Henry Poole & Co.”

Attiva ormai da più di 2 secoli (since 1806), tra i celebri clienti di questi trend setter ottocenteschi c’è anche la famiglia reale britannica, che più volte nel corso della storia non si è risparmiata dal riconoscere in cambio la tanto ambita Royal Warrant.

NB I Royal Warrant sono i mandati di nomina reali, sono stati emessi dal XV secolo a coloro che forniscono beni o servizi a una corte reale . Il mandato consente al fornitore di pubblicizzare il fatto che fornisce alla famiglia reale, conferendo così prestigio al marchio. Nel Regno Unito, i tre membri più anziani della famiglia reale britannica concedono attualmente sovvenzioni a società o commercianti che forniscono beni e servizi a persone della famiglia. Come consolazione sappiate che i fornitori continuano a far pagare i loro beni e servizi – un mandato non implica che forniscano beni e servizi gratuitamente.

La Henry Poole & Co. produceva un numero sempre più grande di smoking jacket ovvero, secondo la definizione che ne dava nel 1850 il Gentlemen’s Magazine of London, un “abito corto, di velluto, cashmere, felpato, di merino o flanella stampata, foderato con colori vivaci, ornato di brandenbourg o di grandi bottoni”. (Gli avi di Elthon Jonh saranno stati loro clienti?)

La diffusione esponenziale di questo capo è da collegarsi alla Guerra di Crimea e ai conseguenti contatti con i turchi e alcune loro abitudini, tra cui quella di accompagnare dopo il pasto un buon alcolico con una fumata di tabacco, abitudine che la buona vecchia Europa ha importato subito ma con un tocco di classe in più: per evitare che gli abiti si impregnassero del suo odore, e che le dame ne fossero infastidite, si indossava appunto una giacca da fumo. Gentlemen agreement!

 

Uno dei primi fashion addicted è stato Edoardo VII che sentiva la necessità di una “giacca da sera corta celeste” (riportato dai registri della sartoria), da poter indossare non soltanto per fumare, ma anche durante cene informali. Lanciato dal re in persona, tutta l’upper class maschile volle per sé una dinner jacket della stessa risma.

Passiamo oltreoceano tra gli anni ’80 e i ’90 dell’800 : Grisword Lorillard, figlio dell’imprenditore Pierre Lorillard IV, si presentò al primo gran ballo autunnale dell’esclusivissimo Tuxedo Club con un “tailless dress code”, ovvero un frac a cui era stata tagliata la coda di rondine. Ecco spiegato perché l’abito da sera per le occasioni in cui è richiesto il black tie, viene chiamato tuxedo, o tux, soltanto negli Stati Uniti, esso è storicamente legato ai gran balli che avvengono tutt’ora nel club che gli ha dato il nome.

Dalla storia di questo evergreen, amato da tutti i James Bond della storia ( per chi votate Sean Connery o Pierce Brosnam?? Dura la scelta…) e splendidamente portato dal Principe Carlo Filippo di Svezia (se avete il cuore debole non cercate le sue immagini mi raccomando!) ora passiamo alle regole per l’uso sezione riservata al maschile!

Lo smoking va indossato in tutte le occasioni in cui l’invito lo richiede esplicitamente come serate di gala, casinò, seconde a teatro (o anche nelle prime teatrali se non disponi del frac) se sei nella platea o nei palchi, mentre per il loggione dovresti usare l’abito scuro da sera con cravatta di seta elegante.

Non indossarlo mai per andare al ristorante, al cinema, ad un aperitivo o prima delle ore 18.

La giacca:

Il monopetto è sicuramente il modello più comune, da preferire nella versione con un solo bottone da portare chiuso.

Il doppiopetto invece è più impegnativo e ti donerà se hai una corporatura robusta e se sei alto, mi raccomando bottoni chiusi!

La manica di regola ha quattro bottoni ricoperti di seta.

I revers sono ricoperti di seta, principalmente in satin (che ha un effetto lucido) o gros grain (che ha un effetto opaco); essi nascono a scialle, come nelle originarie smoking jacket, ma diventano sin dagli albori anche a lancia. I bottoni, quasi sempre, sono ricoperti dello stesso tessuto del revers.

La giacca dello smoking non deve avere spacchi (nonostante si veda un autorevole trasgressore a questa tradizione come il principe Carlo ma…lui può), né pattine alle tasche

Anche se negli anni cinquanta se ne sono viste versioni in tartan, o altri colori simili, anche se negli anni sessanta se ne sono viste versioni molto colorate o comunque tinta unita di colori vistosi, il colore tradizionale è il nero e l’unica variante ammissibile, secondo i canoni formali, è la versione “blu notte” (pantaloni dello stesso colore) tanto amata dal duca di Windsor, quindi quelle colorate sono da riservarsi esclusivamente ai cabarettisti!!

Un’altra versione ammessa per l’estate dalla metà degli anni trenta, è la giacca di colore bianco con tutti gli altri componenti dello smoking invariati e in inverno, se l’evento si svolge in casa di qualcuno, il padrone di casa può indossare una giacca in velluto color rosso borgogna.

Stop nessun’altra variante è concessa!!

I pantaloni:

I pantaloni sono neri dello stesso tessuto, di taglio dritto classico, assolutamente senza risvolto. Si contraddistinguono per una sottile banda (detta gallone) di seta nera, applicata lungo le cuciture esterne su entrambe le gambe dalla vita all’orlo.

I pantaloni da smoking sono di regola privi di passanti per la cintura, in quanto lo smoking è sostenuto da un paio di bretelle sottili. Queste dovrebbero essere per tradizione di seta bianca ma la cosa più importante è che restino assolutamente invisibili!!

Il gilet:

Sotto la giacca da smoking si indossa il panciotto o gilet, anch’esso nero (anche in caso di giacca bianca) e dello stesso tessuto dello smoking. Il gilet ha uno scollo molto svasato, può avere piccoli revers sciallati, spesso ha tre bottoni, la parte superiore scompare sotto la giacca, lasciando visibile un’ampissima porzione della camicia.

In alternativa al panciotto, specie con la calura estiva, si può indossare la fascia, cummerbund in inglese, nera come il farfallino deve essere della stessa seta, è plissettata nella parte anteriore e va portata con le pieghe rivolte verso l’alto, vi è spesso ricavato un piccolo taschino.

La fascia è stata mutuata dalla fusciacca delle uniformi anglo-indiane in seguito alla prima guerra mondiale ma ha origini molto antiche nell’abbigliamento maschile e femminile; la fascia deve sempre avere un’asola per abbottonarla al bottone dei pantaloni. Con la giacca doppio petto non si portano né gilet né fascia.

Ultimi fondamentali tocchi di classe: gli accessori!

I gemelli:

I gemelli sono necessari quando la camicia da smoking ha i polsini doppi. Sceglili in argento, oro o con pietre dure e scure. L’importante è che non stonino col colore dello smoking e siano coordinati all’orologio.

L’orologio:

Se indossi il panciotto, l’orologio adatto è quello da taschino, piatto e non eccessivamente grande.

Invece, se indossi la fusciacca, è meglio indossare da polso fine e non ingombrante.

Il fazzoletto:

Il fazzoletto da taschino sarebbe meglio in lino bianco preferibilmente piegato a sbuffo o a tre punte. Se sei una persona molto eccentrica, puoi anche osare anche col rosso in seta o con un fiore all’occhiello sempre dello stesso colore perché il fiore bianco è riservato al frac.

Le calze:

Le calze devono essere rigorosamente nere e lunghe al ginocchio in lana leggera o seta in base alla pesantezza dell’abito. Tuttavia, nella stagione invernale, è ammessa una calza più pesante, a condizione che sia nera, lunga e non cascante.(cascante no vi prego!!)

Le scarpe:

Le scarpe perfette da indossare sono o il mocassino in velluto oppure le Oxford.

Papillon:

No a cravatta e papillon bianco che è riservato al frac. Lo smoking si porta solo con il farfallino nero (black tie). Quindi non dimenticare di controllare l’invito e se c’è indicato “black tie” preparati a trascorrere una serata molto elegante!

Chiudo questa lunga pappardella storico/fashionista con una supplica personale: non comprate i papillon già confezionati!!!

Ci sono tantissimi e bravissimi youtubers che vi insegnano a farli, provate e riprovate ma vedere il gancetto del papillon dietro il collo della camicia è l’equivalente del calzino bianco corto portato con un completo elegante…fate voi!

P.s. vi lascio con una curiosità, è vero che ho scritto che la moda maschile è inglese ma sapete chi produce lo smoking più costoso del mondo?

Kiton. E’ un’azienda luxury specializzata in abiti e smoking handmade. Ciro Paone e Antonio Carola la fondarono nel 1956 a Napoli. Il loro smoking è considerato il vestito più costoso del mondo, con un K50 su misura che costa $ 50.000, mentre un tipico articolo su misura costa $ 20.000. Se vi può interessare il loro flagship store si trova a New York e ha negozi in altri 14 paesi in tutto il mondo.

Kiss Mrs Fork

 

 

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