(Messaggio pubblicitario). In fatto di melanoma non va abbassata mai la guardia. Nemmeno in tempo di Covid. Come ci spiega il dermatologo Paolo Maccà tra gli effetti collaterali del Coronavirus anche l’insorgenza di manifestazioni cutanee date dall’uso della mascherina e guanti, ma non solo. Stress da lockdown, smart working e farmaci usati per le terapie sono causa delle manifestazioni cutanee dovute da Covid.

Melanoma, parola all’esperto. Il dottore Paolo Maccà opera nel campo della dermatologia clinica, trattando acne, psoriasi e dermatiti, oltre a patch test per le allergie. Ha inoltre conseguito un master in dermochirurgia avanzata presso l’Università di Siena per la prevenzione e la cura del melanoma e dei tumori cutanei. Per Maccà fondamentale è la prevenzione per tutelare la salute dell’organo più grande del nostro corpo: la cute.

Il melanoma è il tumore della pelle provocato dalla degenerazione di un neo benigno ed è responsabile del 75% dei decessi da tumore cutaneo. “Nei maschi under 50 rappresenta il secondo tumore più frequente, mentre per le donne nella stessa fascia d’età è il terzo-spiega il dottore Paolo Maccà- Per questo è fondamentale la precocità diagnostica per valutare la pericolosità dei nevi”. Assieme al carcinoma basocellulare e al carcinoma a cellule squamose il melanoma rappresenta uno dei tumori più diffusi. “Passare dal nevo, o neo, al melanoma comporta un periodo di transizione più o meno rapido-continua il dermatolgo Maccà-Per questo sono fondamentali le visite preventive o di controllo: sono necessarie per valutare il cambiamento dei nevi, agendo anche con la loro asportazione chirurgica a scopo preventivo”.

Dott. Maccà come prevenire il melanoma?
“Ribadiamo ancora che prevenzione e diagnosi precoce sono fondamentali per una terapia di successo del tumore della pelle. Per questo ogni persona dovrebbe fare la mappatura dei nei a partire dalla fine dell’età adolescenziale.  Si tratta di un esame dermatoscopico, indolore e non invasivo, per controllare macchie e nei presenti sulla pelle. Va poi ripetuto a distanza di un anno per controllare se ci sono variazioni o per tracciare la comparsa di nuove formazioni cutanee sospette. In presenza di una storia familiare positiva al melanoma l’esame può essere anticipato all’età di 10 anni soprattutto se vi è la presenza di numerosi nevi atipici”.
Una forma di tutela preventiva che non va fatta solamente nello studio medico come il dermatologo Maccà ricorda: “Anche a casa con l’autocontrollo dei nei, col metodo ABCDE, annotandone i cambiamenti-continua-A monitorando l’asimmetria della superficie del neo. B i suoi bordi, C il colore, D la dimensione ed E osservando l’evoluzione di forma o colore. Al minimo dubbio, anche prima della visita annuale di controllo, chiamare il proprio dermatologo”.

Come possiamo salvare la nostra pelle?
Limitando l’esposizione al sole: evitando di farlo dalle 10 alle 16 quando i suoi raggi sono più forti e farlo gradualmente. Usare creme solari con fattore di protezione UVA/UVB 30, mai al di sotto, riapplicandole ogni 2 ore. Personalmente consiglio di usare le creme con fattore UVA/UVB 50, evitare gli eritemi solari che tempo si tramutano in melanoma- continua Paolo Maccà-Indossare indumenti protettivi di cotone e dai colori chiari. Sconsiglio sempre di cercare l’abbronzatura con lettini o lampade, quindi no all’esposizione artificiale ai raggi UV aumenta il rischio di sviluppare un cancro alla pelle. ”. Ma non solo. Importante anche cosa si mangia, o si assume, come spiega ancora Maccà: “Bere acqua e tanta per idratare la cute: ricordiamo che il nostro corpo è composto per il 70% da acqua. Assumere integratori, come la vitamina E e il betacarotene, con capacità antiossidanti che contrastano i radicali liberi”.

Melanoma, un cancro in crescita: +2600 casi nel 2020
I dati del 2019: 6700 uomini e 5600 donne. Questi i nuovi casi tumorali secondo il censimento ufficiale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica-AIOM, dell’Associazione Italiana Registri Tumori-AIRTUM, di Fondazione AIOM e di PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP). “Nel 2020, fino a novembre, si sono registrati 2600 casi in più di melanoma rispetto a tutto il 2019-sottolinea il dermatologo Maccà-Un dato preoccupante se si considera che, in tempo di Covid, molte visite di controllo sono saltate quest’anno. Negli ultimi anni sono stati fatti passi in avanti, grazie soprattutto alla prevenzione e alla diagnosi precoce.il tasso di sopravvivenza oltre i 5 anni nell’87% dei pazienti con diagnosi di MM e nel 52% dei casi di MM avanzato (non resecabile o metastatico) trattati con biologici”.

Covid: meno visite specialistiche, aumentano le dermatiti da mascherina
Dallo scoppio dell’emergenza pandemica sono calate in numero considerevole le visite dermatologiche. Un calo dettato anche dalla paura del contagio, oltre che dal blocco delle prenotazioni nelle strutture sanitarie. Tra i contraccolpi del Coronavirus anche il maggior numero di manifestazioni cutanee dovute dal virus, dai farmaci, dallo stress da lockdown, da mascherina e gel.
“Uno studio pubblicato da Jeadv già a fine marzo evidenziava come il 20% dei pazienti positivi al Covid presentassero delle manifestazioni cutanee-spiega il dermatologo Paolo Maccà- Geloni a mani e piedi nel 20% dei soggetti asintomatici, orticaria nel 20% dei pazienti anziani con sintomi. Tra le cause di queste manifestazioni potrebbero essere gli antivirali, gli antibiotici e i farmaci biologici usati nelle terapie”.

I consigli del dermatologo Maccà
“L’uso prolungato della mascherina può scatenare l’acne meccanica. Questo per via della pressione esercitata sulla pelle del viso, oltre all’aumento dell’umidità locale. Consiglio di utilizzare mascherine biocompatibili, usare detergenti oleosi e privi di tensioattivi e ricchi di sostanze idratanti, oltre a nutrire la cute con creme con vitamina E”.  Per chi fa un largo uso di guanti in lattice corre il rischio di ritrovarsi una dermatite da contatto. “Anche il lavarsi spesso le mani, oppure utilizzare il gel igienizzante, può portare alla secchezza della pelle e ad una successiva dermatite. Consiglio quindi l’uso di guanti in cotone sotto e in lattice sopra”.

Anche lo stress, assieme ad un cambiamento di stile di vita, ha prodotto i suoi effetti. “Cute e sistema nervoso hanno la stessa matrice embrionale-spiega ancora Paolo Maccà- Col Covid sono variate le abitudini quotidiane, specie nel primo lockdown, nelle persone: poco sport e una maggiore assunzione di grassi. Questo ha comportato un’alterazione microbiotica intestinale e cutanea, causando numerose infiammazioni anche sulla pelle”. Anche ‘inquinamento indoor’ e ‘smart working’ possono lasciare segni sulla pelle, causando l’invecchiamento precoce con maggiori rughe. “Stando troppo tempo chiusi in casa si è registrato un calo della vitamina D assorbita nell’organismo-conclude il dermatologo Paolo Maccà-Questa vitamina è importante per la stimolazione della struttura dell’epidermide e delle difese immunitarie. Consiglio quindi sì, quando possibile, lo stare all’aria aperta al sole ma con moderazione. Farlo in maniera troppo rapida, e senza l’utilizzo di creme protettive, porta ad eritemi e scottature che possono fare aumentare il rischio melanoma”.

Il dermatologo Paolo Maccà opera in 5 ambulatori vicentini e 2 fuori provincia: Montecchio Maggiore al Medica Group di Alte Ceccato, al Cmr di Schio, Studi Medici Riuniti San Nicolò a Camisano Vicentino, Poliambulatorio San Gaetano di Thiene, Poliambulatorio Pavanello a Ponte di Brenta e alla Diagnostica Pavanello di Mira.

Paola Viero

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