Contagi da coronavirus che aumentano e poi crollano nel giro di una settimana, le scuole che riaprono e il giorno dopo in aula ci sono già metà studenti, le aziende bloccate per i troppi dipendenti in quarantena e un senso di paura costante. E poi green pass di vari livelli, controlli a carico degli esercenti, cose che si possono e non si possono fare.
“Le nuove regole hanno in pratica ‘imposto’ un lockdown virtuale e questo sta letteralmente ammazzando il commercio”.
Guido Xoccato, presidente dei commercianti del mandamento di Schio e commerciante nel settore della calzatura, ci aveva davvero sperato nella ripresa. Complice anche il punto vaccini al Lanificio Shed, da lui stesso definito un ‘volano’ per il commercio locale, con tanti utenti arrivati anche da fuori, che si passeggiando per il centro dopo l’inoculazione del farmaco anti covid hanno contribuito all’indotto con lo shopping.
Ora il fermo, denunciato a Schio come nel resto d’Italia, con bar e ristoranti sempre più vuoti, con sempre più negozi che abbassano le saracinesche per sempre e i centri cittadini sempre più bui.
“C’era stata una ripresa, ma ora la gente ha ricominciato ad avere paura e a farne le spese prima di tutto è il mondo del commercio”.
Le parole del presidente scledense, notoriamente ottimista, grintoso e coinvolgente nel cercare strategie per il rilancio, colpiscono duro.
Fanno riflettere sul senso di precarietà in cui il covid ha gettato i cittadini, che se in un primo momento hanno in maggior parte fatto di tutto per recuperare il tempo perduto in lockdown, facendo anche riprendere il settore del commercio e la produzione delle aziende, ora ripiombano in un lockdown forzato.
“Un lockdown virtuale lo definisco io – ha continuato Xoccato – Il caos tamponi, con i giovanissimi in prima linea, ha gettato nello sconforto le famiglie, che nell’incertezza e con la paura del contagio si chiudono in casa. Così facendo calano le presenze al bar, non si fa shopping, i ristoranti rimangono vuoti e le persone si ritrovano in casa”.
Un nuovo modus vivendi insomma, destinato probabilmente a rivoluzionare anche i centri cittadini.
“Stiamo arrivando, se non ci siamo già arrivati, ad una desertificazione dei centri storici – ha proseguito il presidente Ascom di Schio – Ci sono sempre più vetrine chiuse, ristoranti in affanno”.
La chiusura appena annunciata di Piero e Marisa, a Fara Vicentino, locale nato e cresciuto proprio con gli eventi, è l’esempio tangibile del tracollo dovuto al covid. In più le nuove regole, con il green pass controllato ‘a campione’ da parte dei negozianti.
“Il commercio, già in affanno, è destinato a soffrire ancora di più a causa delle bollette in arrivo – ha sottolineato Xoccato – La stangata annunciata metterà in ginocchio le attività commerciali e i clienti stessi, che si troveranno ad avere gran parte dello stipendio ‘impegnato’ nel pagamento di riscaldamento, corrente, acqua e servizi vari. Inoltre, questa volta per le attività i ristori non sono certi, c’è una grande incognita, per cui tenere aperto per qualcuno è davvero un azzardo che non si può permettere. Ci è appena stato annunciato che noi negozianti non dovremmo più fare un controllo del green pass ai nostri clienti, ma solo controlli a campione. Il che non significa nulla perché, in base a cosa, io decido di controllare una persona sì e un’altra no? E in base a cosa vengo eventualmente sanzionato per aver scelto uno o l’altro se poi, uno che non ho controllato, non ha il green pass? Un caos assurdo – ha concluso – che al momento mi sento di definire responsabile per il tracollo del commercio”.
A.B.