Le aziende muoiono anche per i troppi crediti. Sembra un paradosso ma quella che è diventata ormai una prassi anche tra le aziende venete, e cioè ritardare intenzionalmente i pagamenti di forniture in genere, è una piaga che sta dissanguando gli imprenditori e finisce per limitare in modo considerevole anche l’offerta di nuovi posti di lavoro.

 

Su questo argomento di drammatica attualità si è basato il convegno ‘Risolviamo l’insoluto’, tenutosi a Villa Thiene in località Garziere a Santorso dopo l’inaugurazione della nuova sede di Apindustria in via Lago d’Orta a Schio, alla presenza del Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale del Veneto, che ha tagliato di propria mano il nastro inaugurale e aperto al pubblico i nuovi locali.

 

Stefano Brunello, riconfermato per altri 4 anni presidente del mandamento Alto Vicentino, che comprende 34 comuni, uno dei più numerosi della provincia, ha definito l’incontro come un momento di riflessione e di confronto soprattutto tra aziende e politica, sia locale che nazionale. ‘E’ un dovere per noi di Apindustria – ha introdotto Brunello – la costante presenza sul territorio e mantenere stretti contatti con le aziende. È rimasto intatto lo spirito combattivo dei nostri imprenditori, anche se sono cambiati gli scenari socio-politici, ma dobbiamo adeguarci ai tempi ponendoci nuovi traguardi. Vorrei inoltre che gli amministratori presenti capissero i problemi che noi dobbiamo affrontare ogni giorno per mantenere in piedi le nostre aziende, tra mille difficoltà’.

schio convegno apindustria luglio 2016

I numeri infatti la dicono lunga. Come ha comunicato Paolo Usinabia, giornalista e moderatore, il 75% delle aziende a livello nazionale soffre del problema dei pagamenti insoluti, con un totale calcolato di circa 35 miliardi di perdite. Quel che è peggio è che il 39% delle aziende dichiara di non aver potuto assumere per questo motivo, e sempre per questo motivo il 15% delle ditte è sull’orlo del fallimento.

 

‘Sembra un paradosso – è intervenuto l’imprenditore Paolo Rizzato – ma di credito si muore. A dirlo fa venire i brividi, ma è così. Un’azienda sana si trova a soffrire per causa di una situazione reddituale positiva e a pagare le tasse su quello che non ha. E quel che è amorale è il fatto che si sta combattendo una guerra tra azienda e azienda, nemmeno tra azienda e Stato. Per l’Italia si parla di più di 130 giorni di ritardo medio nel pagamento. La politica deve intervenire per trovare una strada praticabile. Tutti noi sappiamo che solo con l’utile possiamo far crescere le aziende’.

 

Grande attenzione è stata dedicata alle parole dell’onorevole Emanuele Prataviera, in forze al partito di Flavio Tosi ‘Fare!’, firmatario della proposta di legge del 2015 sui temi di insoluti e fisco. ‘Sono convinto  – ha detto Prataviera – che la politica debba dare delle risposte. Da parte mia sto portando avanti la proposta di pagare per cassa, e non per competenza, che è un sistema per difendere gli imprenditori onesti. E’ inaccettabile che lo Stato permetta che i cittadini si facciano la guerra tra di loro. La politica ha il dovere di interrompere questo effetto domino.’

 

Durante il dibattito è intervenuto anche Francesco Zuech, funzionario fiscale di Apindustria Confimi, che ha confermato la necessità di fare convergere gli sforzi di aziende e politica, per trovare insieme una norma agevolativa semplice ed efficacie contro la mala pratica degli insoluti.

 

Marta Boriero

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